Palacio batte Sampdoria due a zero. La grandissima prova dell’argentino vale tre punti importanti per l’Inter di Stramaccioni. I nerazzurri si portano a meno sette dal terzo posto e quanto meno ci si può ancora sperare nella Champions. Si soffre, ma cinicamente, battagliando a tutto campo, si fa muro di fronte alle folate doriane e pur non facendo una partita bellissima, si va via da Genova felici e contenti. Non è un Inter particolarmente bella da vedere, Stramaccioni cerca i tre punti a tutti i costi e una volta raggiunto il vantaggio, cerca di minimizzare i rischi e massimizzare il risultato. Il secondo gol di Palacio è una liberazione. Arriva alla fine di un secondo tempo molto combattuto, ma chiude in bellezza una vittoria sofferta, ma necessaria per la classifica ed il morale, arrivando a soli tre giorni dalla sconfitta con i bianconeri. Recuperata dunque la 29a giornata, restano ora otto gare per cercare di agguantare il terzo posto. Traguardo che appare sempre più difficile, ma ancora non impossibile. Bisogna continuare a crederci e una vittoria come questa, contro un’ottima Sampdoria e per di più in trasferta, può aiutare almeno a trovare continuità e fiducia nei proprio mezzi.
Nel primo tempo Stramaccioni schiera Handanovic, Jonathan, Ranocchia, Juan Jesus, Pereira, Zanetti, Kovacic, Gargano, Guarin, Cassano e Palacio. L’inizio è equilibrato, l’Inter comincia giocando in modo corale e Palacio dimostra subito di essere in giornata. L’argentino gioca sul filo del fuorigioco e si rende quasi subito pericoloso. Col passare dei minuti i blucerchiati prendono le misure e cominciano a schiacciare i nerazzurri nella loro metà campo. Due interventi importanti di Handanovic evitano un epilogo negativo della prima frazione di gioco. Paradossalmente, nel momento migliore della Samp, è l’Inter ad andare in vantaggio proprio con Palacio che sfrutta alla perfezione il cross di Pereira e di testa supera Romero.
Il secondo tempo è una battaglia. Stramaccioni fa entrare Silvestre per Jonathan cercando maggiore copertura a difesa. La Sampdoria non ci sta e ricomincia come aveva finito il primo tempo, cercando il pareggio e mettendo sotto pressione gli ospiti. Entra anche Kuzmanovic per Cassano. Handanovic sempre attento, sminuisce i tentativi doriani bloccando quasi sempre la palla ad ogni tiro, come se fosse la cosa più facile del mondo. Di tanto in tanto i nerazzurri cercano di alzare il baricentro e dare supporto a Palacio che, intanto, da solo, fa reparto. Alla fine arriva la palla giusta, l’argentino si lascia dietro due giocatori blucerchiati e a due metri da Romero insacca per la seconda volta. Partita chiusa e tre punti in cassaforte. Quello che si doveva fare, è stato fatto.
Migliori in campo, inutile dirlo, Palacio e Handanovic. Il che la dice lunga sugli equilibri della squadra. Bene la difesa che regge l’urto degli attacchi avversari. Buona anche se meno incisiva, la prova di Kovacic, ormai sempre più titolare. Non bene Guarin. Gioca poco per i compagni e come spesso accade, porta palla più del dovuto, cercando di fare tutto da solo. La sua potenza fisica lo aiuta, ma solo quando imparerà a passare la palla al momento giusto potrà dirsi un campione completo. E’ solo questione di tempo. Bene Pereira che sta trovando continuità, non indimenticabile la prova di Jonathan. A sua discolpa c’è da dire che i compagni spesso lo ignorano quando si propone. Lui ce la mette tutta, la buona volontà. Da rivedere. Cassano, oggi nelle vesti dell’ex, comincia molto bene, ma soffre i ritmi della partita e la fisicità degli avversari. Vale la pena soffermarsi su Icardi che in tanti danno già per nerazzurro del prossimo futuro. Una buona partita, molto bene nel gioco aereo, ma poco supporto dai compagni nelle giocate palla a terra. Difficile dare un giudizio completo. Ci prova più volte a impensierire Samir, ma fortunatamente non è mai realmente pericoloso. Di sicuro ha buone qualità, ma andrebbe comunque ben soppesata la contropartita tecnica, quando sarà.
Ancora una volta chiudiamo con una punta di tristezza. Un saluto va a Franco Califano, nerazzurro d.o.c. e a nonna Maria, 114 anni da interista, dalle origini ai giorni nostri. Due grandi tifosi che ci hanno lasciato, ma che sicuramente continueranno a seguire la nostra amata pazza Inter.
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