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Palermo-Inter 1-0

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Lesione al tendine d’Achille. L’ennesimo infortunio in casa nerazzurra ha un sapore particolarmente amaro e dà un’altra bella mazzata al morale della compagine nerazzurra. Questa volta a farsi male non è un giocatore qualunque, ma il simbolo per eccellenza, il Capitano di mille battaglie, il giovanissimo quarantenne nerazzurro. La sconfitta contro i rosanero è forse figlia anche del contraccolpo che una perdita del genere può dare ai giocatori in campo. E le incognite legate alle conseguenze di quest’infortunio, data l’età del Capitano, lasciano in tutto l’ambiente sgomento e timori di varia natura. La speranza è che Javier faccia un’altra grande magia e torni al più presto in campo, più forte di prima. Intanto c’è da registrare altri punti persi e un altro scivolone in classifica che ci riporta fuori dall’Europa League.

Altra partita brutta da vedere e difficile da commentare, ma che conferma quanto sia auspicabile che la stagione si chiuda il prima possibile. Solo Samir Handanovic, forse oggi uno dei portieri più forti al mondo, evita che il punteggio lieviti a favore dei padroni di casa, mentre il resto della squadra solo a sprazzi e solo nel secondo tempo cerca di onorare al meglio il blasone interista. Manca però la sostanza, la testa e forse anche le motivazioni, mentre il Palermo, al contrario, è tenacemente aggrappato alla speranza di restare in serie A e lo dimostra in campo con caparbietà e abnegazione. I giocatori di casa lottano su ogni pallone con grinta, i nerazzurri invece spesso vanno molli sui contrasti, commettono errori superficiali e in fase d’attacco, fatti salvi i limiti strutturali noti, non riescono quasi mai a crearsi gli spazi per azioni da gol concrete. Tardivo forse l’inserimento nel secondo tempo di Garritano e Forte, giovani promesse che però non riescono a entrare nel vivo del gioco e subiscono la foga agonistica dei palermitani. Ottima ancora la prova di Handanovic, un crimine pensare di cederlo. Raggiungono la sufficienza Rocchi, Jonathan e Ranocchia che appaiono quelli più volenterosi, mentre risulta insufficiente la prova di Kovacic e Alvarez. Male gli altri, Schelotto (che prende il posto di Zanetti dopo l’infortunio) e Silvestre (colpevole sull’azione che porta il Palermo in vantaggio) su tutti.

Ancora dunque enormi difficoltà per arrivare alla fine della stagione facendo risultato, ancora difficoltà quasi insormontabili quando si va in svantaggio, ancora infortuni pesanti e conseguente ridimensionamento dell’organico a disposizione dell’allenatore. Ormai si tratta veramente di fare qualche rito voodoo o votarsi a qualche santo per non vedere anzitempo altri giocatori nerazzurri uscire dal campo in barella. Mancano quattro gare e non sarà semplice: incrociamo le dita, ormai non resta molto altro da fare.

Ennesima caduta stagionale di un’Inter volitiva; sì, voltiva con tanti “ma” (si dà per acclarato, quindi non si cita, che una formazione di titolari è fuori per infortuni vari):

  1. ma…si giocava contro il Palermo terz’ultimo in classifica
  2. ma…si è giocato solo (gli ultimi) 25 minuti su 90
  3. ma…il migliore in campo è sempre Handanovic
  4. ma…per lunghi tratti è stata lenta e confusionaria
  5. ma…ancora una volta si paga caro un errore marchiano

Come se non bastasse succede l’impensabile: Zanetti infortunato.
Visto che le disgrazie non vengono mai sole: l’infortunio è grave.

A questo punto uno comincia a pensare che i Maya avessero davvero ragione, i gatti neri non si sentono più così menagrami come vengono considerati ed il pensiero che mancano ancora 4 giornate alla fine di questa stagione diventa il peggiore incubo sportivo di un tifoso Interista.

Per tutto il resto non si sa più a che Santo votarsi.

Pagelle: (si ringrazia la tv argentina per gli spunti che ha dato per queste pagelle)

Dimenticare Palermo: Zanetti
Citando il titolo del libro di Edwarde Charles Roux ed il film di Francesco Rosi del 1990, Palermo è una città che gli porta una discreta rogna; nel 2010 il pneumotorace che lo tiene fuori un mese e mezzo, oggi il crack del tendine d’Achille. Polpetta avvelenata di una stagione più nera che azzurra.

Extraordinario!!: Handanovic
Esclamazione del telecronista all’ennesimo prodigio calcistico del n.1 Interista. Costantemente il migliore in campo e questo fa capire quale sia la situazione. I 30 mln (forse) offerti dal Barcellona? Per un suo braccio, poi c’è anche l’altro e farebbero altri 30. Toccando ferro e sperando che rimanga.

E’ quasi magia – il ritorno: Jonathan
Tolto Handanovic, anche oggi è colui che prova a combinare qualcosa. Sfiora il gol ad inizio ripresa ed è propositivo sulla fascia. Altro sintomo che fa capire che qualcosa non funzioni per davvero.

Predicatore nel deserto: Kovacic
Nonostante i 18 anni cerca di sobbarcarsi l’onere di chi deve dare un’idea su cosa fare in campo. Lui ci prova ma predica nel deserto di idee, movimenti e corsa che è oggi l’Inter.

Che pena!: Schelotto
Altra esclamazione del telecronista, sì ma di sconforto all’ennesimo errore di colui che è stato preso a 3.5 mln più la comproprietà di LIvaja. Non ne azzecca una, perde palloni e sbaglia anche le cose più facili. Anche la proverbiale pazienza di una pecora è messa a dura prova.

Calamità: Silvestre
Cicca in modo assurdo il rinvio causando il gol partita, potrebbe riabilitarsi segnando il pareggio ma cicca anche quello, prende un’ammonizione dopo essersi fatto bruciare in velocità. Più gli arretrati di questa stagione. Un valore aggiunto. Per gli avversari.

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