Più che una buccia di banana, è una sfortunata deviazione a lasciare l’amaro in bocca alla banda Mazzarri e tutti noi tifosi. Nel pantano di Trieste i nerazzurri lottano con grinta e determinazione, sopperendo con l’organizzazione tattica e il carattere alla limitata tenuta fisica. Il risultato finale purtroppo non premia lo sforzo dei giocatori in campo. Finisce uno a uno per merito del Cagliari e del suo portiere in particolare e per una buona dose di sfortuna: quando la palla non vuole entrare, si sa, è un brutto segno e il vantaggio momentaneo infatti alla fine non basta per portare a casa i tre punti. Si torna a casa con tanta amarezza e due punti persi, ma con la consapevolezza di aver fatto il possibile per vincere e di aver confermato, nonostante tutto, il buon livello di prestazione mostrato in questo inizio di campionato.
E dire che Mazzarri aveva provato a innestare forze fresche nella formazione titolare: dentro Belfodil, Alvaro Pereira, Kovacic e Rolando, all’esordio in nerazzurro, per dare riposo ai più stanchi e le sue aspettative non sono nemmeno state tradite. I nuovi innesti hanno ben figurato, Belfodil e Kovacic su tutti, ma non c’è stato comunque verso di sbloccare il risultato. Il primo tempo vede un Inter arrembante partire forte, un Belfodil pronto a sacrificarsi per la squadra, ma che deve arrendersi ad Agazzi in più di un’occasione e un Kovacic riuscire nei suoi slalom nonostante le condizioni del campo siano quasi al limite, con la palla che in alcune zone del pantano sembra quasi affondare. I rossoblu, dal canto loro, riescono a fermare l’impeto iniziale degli ospiti, ma non riescono a pungere. Il primo tiro a porta del Cagliari si registra solo al 30′. Nel secondo tempo, spazio a Icardi e Palacio per rinforzare la fase d’attacco. A un quarto d’ora dalla fine Nagatomo crossa in area un pallone perfetto che Icardi non deve fare altro che buttare dentro di testa. Sembra fatta, ma il Cagliari è ancora vivo. A cinque minuti dal termine, Nainggolan tira da fuori area, la palla colpisce la gamba dell’incolpevole Rolando e Handanovic è spiazzato. Entra anche Milito, ma ormai il tempo è praticamente finito e a nulla servono un paio di mischie in area per riacciuffare la vittoria. Finisce così, col sorriso amaro e tanta voglia di riscatto immediato.
Cambiasso è un vero e proprio faro di centrocampo, mentre Nagatomo sulla fascia destra porta scompiglio nell’area cagliaritana in continuazione. Rolando non è Campagnaro, ma si fa trovare pronto e nel complesso offre una prestazione dignitosa così come Alvaro Pereira, a tratti un pò timido in fase d’attacco, ma comunque efficace in quella difensiva. Kovacic in mediana riesce a smistare tanti palloni, ma non prova mai il tiro, fare gol potrebbe dargli maggiore sicurezza. Bene anche Belfodil che si muove molto sul fronte d’attacco, ma non riesce a sfruttare le occasioni ghiotte che gli capitano più per merito di Agazzi che per demerito suo. Nel complesso la squadra è apparsa meno lucida, con qualche pausa di troppo, specie a inizio secondo tempo, ma comunque in grado, grazie ad un ottima organizzazione tattica e nonostante il turn over, di tenere il campo, restare compatta e riproporsi per fare risultato. Peccato per i due punti persi, ma la strada resta quella giusta.
La PARENTESI. Continua la polemica a distanza tra Mazzarri e Montella, inutile, ma rinfocolata sistematicamente dalla stampa. Giuste le osservazioni del mister sul trattamento disparitario nell’organizzare il calendario, ma pessima come al solito la strumentalizzazione di chi le riporta trasformando delle constatazioni in lamentele. Le parole, si sa, sono importanti. Il mister per ora non sembra intenzionato a sottrarsi alle polemiche, della serie come ti sposto l’attenzione dalla squadra ad altre futili cose. E va bene così, in questi tempi di episodi favorevoli o sfavorevoli in campo, a seconda dei colori che si vestono…
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