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Inter-Livorno 2-0

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Partita importante per restare agganciati al gruppo di testa anche in previsione dello scontro diretto tra seconda e terza. L’importante è fare tre punti e il risultato finale premia i padroni di casa. Poteva essere una partita diversa, ma l’Inter di questa sera non è quella pimpante di Udine e il Livorno è ben organizzato e fa quadrato davanti alla sua porta. Morale della favola: partita brutta, poche, per non dire nessuna occasione da gol, giocata a centrocampo e sulle fasce in modo rude e confusionale. Lo spettacolo e le emozioni in campo latitano per quasi tutti i 90 minuti, ma non mancano a bordo campo e sugli spalti. Emozioni forti, dovute alla coincidenza dell’incontro con momenti storici della società nerazzurra. E’ l’ultima partita ufficiale di Moratti proprietario unico e presidente, omaggiato dalla curva Nord con striscioni e cori durante i primi venti minuti del primo tempo. E’ la partita del possibile rientro in campo del Capitano, cosa che puntualmente avviene al 37′ del secondo tempo. E’ insomma una partita ricca di significati sportivi e non solo che però non brilla di luce propria e certo non sarebbe da ascrivere agli annali del calcio se non fosse per le emozioni fuori dal campo che la caratterizzano.

Il primo tempo è noioso e privo di giocate significative. Quando Bardi esce sul cross di Jonathan e respinge il pallone nella sua porta (30′), portando in vantaggio la sua ex (futura) squadra, si pensa ad una svolta e invece nulla. Il tabellino segnala alla mezz’ora che l’Inter vince uno a zero, ma i tiri a porta per entrambe le squadre sono ferme a… zero. Sul finire della prima parte di gara, Alvarez impegna Bardi con un tiro da fuori, aggiornando così il tabellino, ma nulla di più. Si va negli spogliatoi con l’Inter in vantaggio e nulla di più.

Nel secondo tempo il Livorno alza il baricentro, ma la situazione generale non cambia. Le due squadre si continuano ad annullare a vicenda e l’equilibrio in campo resta invariato, fatto salvo per il risultato. Mazzarri prova a scuotere i ragazzi e a tenere alta la concentrazione con i cambi. Dentro Kovacic al posto di Alvarez e Belfodil al posto di Guarin. L’inerzia non cambia e gli amaranto rischiano di prendere il pallino del gioco in mano. Al 37′ esplode il boato di S.Siro. Rientra dopo 195 giorni Javier Zanetti. Scende dal diretto Krypton-S.Siro, rileva Taider e da la scossa in campo e sugli spalti. Suo lo spunto iniziale, accompagnato da tutto lo stadio che porta Kovacic ad una grande azione personale con assist finale per Nagatomo che va in gol. Tutti a festeggiare il Capitano e fine dei giochi. L’Inter vince due a zero e si porta a tre punti dalle due inseguitrici della Roma che domani giocheranno l’una contro l’altra. Occasione da sfruttare al massimo e, al di là di tutto, missione compiuta.

I nerazzurri appaiono tutti un pò sottotono, in particolare Guarin e Alvarez. Palacio da solo regge il reparto solo se è al massimo e oggi non era in formissima… Bene Taider e gli esterni. Ottimo Cambiasso. Difesa attenta e concentrata: Rolando al centro della difesa mostra sicurezza e decisione. Incisiva la prova di Kovacic. Zanetti: appare inizialmente un pò fermo sulle gambe, forse l’emozione tradisce anche lui, ma poi prende confidenza con campo e pallone e “el Tractor” riprende subito a correre e trascinare i compagni. Un ragazzino di quarant’anni che non vedeva l’ora di esordire in questa stagione…

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