Imbarazzante. Un pareggio imbarazzante. Come altro qualificare i gol subiti dalla squadra nerazzurra in casa contro i ducali? come definifire l’incapacità di reggere la pressione e dare una svolta al campionato in prospettiva Champions? L’involuzione interista prosegue, nonostante il superamento stentato del turno di Coppa Italia contro il Trapani. La terza in classifica frena ancora, ma l’Inter non è capace ancora una volta di agganciare il treno e cominciare a fare sul serio. Diverse le insufficienze dei singoli e ancora una volta imbarazzante la leggerezza difensiva e l’incapacità dei reparti di compattarsi. Una brutta copia dell’Inter di Mazzarri vista nelle precedenti uscite, più simile a quella dell’anno scorso e solo a sprazzi ancora in grado di offrire il gioco che l’allenatore sembrava essere riuscito a dare. Attenuanti come la mancanza di una punta centrale o di incontristi dai piedi buoni non sono sufficienti a giustificare le ultime prestazioni. La squadra non gira con o senza uomini di qualità, quelli a disposizione chiaramente, gli stessi, tra l’altro che, fino a due settimane fa, avevano offerto prestazioni di tutt’altra levatura e che lasciavano presagire ad una crescita, non ad un crollo. Mazzarri imbufalito non basta a scuotere i giocatori in campo che solo a tratti si riprendono dal torpore e vedono la luce.
Il primo tempo inizia male, il Parma va in vantaggio dopo un quarto d’ora e l’Inter fatica a imporre ritmi di gioco e a pressare. Stentando e a fatica, si arriva solo al 44′ al pareggio, con la combinazione Jonathan-Palacio, i migliori in campo nel primo tempo, ma, a sottolineare anche il periodo nero, è il finale di tempo che lascia tutti basiti. Prima che l’arbitro fischi la fine Handanovic si lascia passare la palla sotto il corpo e per Parolo è un attimo riportare i gialloblu in vantaggio. Nel secondo tempo l’Inter rientra apparentemente con le giuste intenzioni e una forte carica agonistica. Nel giro di pochi minuti arriva prima il pareggio di Palacio (doppietta) e poi il vantaggio di Guarin (tiro deviato che spiazza Mirante). La reazione del Parma è però ben diversa da quella nerazzurra del primo tempo. Gli ospiti giocano bene, fanno girare bene la palla, reparti compatti e intenzioni chiare. Il pareggio è nell’aria e ci pensa Sansone (doppietta anche per lui), milanista dichiarato (perchè c’è pure la beffa ovviamente). Dopo il pari l’Inter ha un paio di occasioni buone per pareggiare, ma è ancora il Parma a sfiorare la vittoria in modo più chiaro e con ritmi di gioco avvolgenti. Finisce tre a tre e se qualcuno deve recriminare per quello che si è visto in campo di certo non è l’Inter. Per i punti sfuggiti e l’ennesima occasione persa invece, i nerazzurri hanno molto su cui riflettere e tanta autocritica da fare. Mancheranno pure giocatori di alto profilo e/o di esperienza, ma i punti si sono persi con squadre che gravitano in bassa classifica, quanto meno alla pari dei nerazzurri, a voler guardare il bicchiere mezzo vuoto. Forse si è pensato troppo presto ad un netto salto di qualità rispetto all’annata appena passata, in fondo i giocatori in campo sono gli stessi e c’era da aspettarsi qualche ritorno di fiamma delle nefandezze viste fino a giugno. Per Mazzarri significa molto semplicemente che c’è ancora tanto da lavorare e per la società che forse è giunta l’ora di fare un mercato serio e risolutivo.
Male Juan Jesus, poco lucido e frenetico, si muove spesso senza logica. Insufficiente la prestazione di Zanetti e Cambiasso, apparsi sottotono entrambi. Kovacic si accende a sprazzi, quando riesce a entrare nel vivo del gioco, ma è chiaro che se la squadra gira a vuoto, ne risente anche lui. Guarin tanta carica agonistica, ma non basta. Bene Palacio e Jonathan, buono il rientro di Ranocchia e Nagatomo (subentra nel secondo tempo). Campagnaro non è al 100% e Handanovic non può certo essere crocifisso per una “papera” non da lui. La prossima è al San Paolo contro la terza che ormai ha allungato a quattro punti, pur restando ferma. Speriamo che al di là del risultato, non si debba più parlare di prestazione imbarazzante. Nonostante tutto c’è fiducia e l’augurio è che si tratti solo di un momentaccio.