Inter-Chievo 1-1


Più che sbranare, ci scappa l’assaggino. L’Inter ci mette la buona volontà, ma i limiti sono evidenti e oltre il pareggio non riesce ad andare. Il gioco nerazzurro finisce ai 16 metri degli avversari. Il portatore di palla, chiunque sia, si ferma, da le spalle alla porta avversaria e fa ricominciare l’azione dai difensori. Merito anche del Chievo che si chiude bene e non cede spazi. All’Inter però mancano ritmi e scambi veloci, manca un metronomo a centrocampo, qualcuno che faccia arrivare il pallone all’attaccante di turno (che si giochi a una o due o quattordici punte). Da encomiare la voglia di riscatto, lo sforzo palese di superare i propri limiti, ma è chiaro che manca tanta qualità. E mentre Mazzarri deve inventarsi qualcosa con quel poco che ha, gli arbitri continuano a sbagliare (questa sera mancano un gol annullato e il solito rigorino) e la nuova dirigenza ha praticamente fatto capire che il mercato di gennaio potrebbe scorrere senza colpo ferire. Se non gira il vento e la fortuna ci da una mano, almeno per ritrovare autostima e voglia di fare, si va facendo sempre più dura.

Nel primo tempo Mazzarri schiera Palacio unica punta e Kovacic e Alvarez alle spalle. Kuzmanovic a centrocampo con Cambiasso. Ranocchia in panchina e Guarin e Icardi in tribuna (rispettivamente squalifica e infortunio). L’Inter parte trotterellando, ritmi non elevati, ma tanta voglia. Passano i minuti e arriva il primo errore in difesa e il gol di Paloschi. Sembra segnata, ma i nerazzurri reagiscono e agguantano il pari con una rete di Nagatomo, alla quinta marcatura. Pochi minuti e potrebbe esserci la doppietta del piccolo samurai, ma l’arbitro annulla per fuorigioco inesistente (un metro addirittura dentro). Da segnalare un occasione per Palacio, sprecata e una per il Chievo che la retroguardia nerazzurra riesce ad annullare in qualche modo. Tanta la fatica per costruire gioco e alzare i ritmi, ne consegue che la fase d’attacco va a sprazzi e i tiri in porta si contano su una mano, gol (buoni e annullati) compresi. Il secondo tempo inizia come il primo, con l’Inter che prova a fare la partita. Col passare dei minuti i padroni di casa prendono il sopravvento a centrocampo e inizia quello che può sembrare un assedio. In realtà le giocate dei nerazzurri non pungono praticamente mai, nemmeno l’ingresso di Milito vivacizza le azioni d’attacco. Mazzarri fino alla fine ci prova, inserendo anche Ruben Botta al posto di Campagnaro, ma il gioco della sua squadra ristagna a centrocampo e al triplice fischio finale si raccoglie un misero punto. Da segnalare l’ennesima caduta sospetta nell’area degli ospiti (leggasi rigore), ma per l’arbitro nulla da dire. Questa sera i giocatori in campo hanno fatto quello che era possibile o nelle loro corde. Bene Kuzmanovic e Nagatomo, bene anche Kovacic e Alvarez, poco brillanti Cambiasso e Rolando. Sufficiente la prova di Campagnaro e Jonathan che è l’unico a cercare il cross, non giudicabile Palacio che non riceve una palla giocabile che sia una, così come Milito quando entra. Ruben Botta, speriamo giochi sempre di più, entra a 5 minuti dalla fine ed è su di lui che ci poteva essere il rigorino di turno. Insufficiente Juan Jesus, bravo a recuperare, ma ancora impacciato in fase d’impostazione. Insomma, il risultato non premia lo sforzo della squadra che questa volta c’è stato, ma con i limiti strutturali della squadra così evidenti, senza l’episodio favorevole non c’è trippa per gatti. L’unica è non arrendersi e tenere duro, contro tutte le difficoltà: il rumore dei nemici si fa sempre più forte, ma non bisogna mollare.

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