Inter-Catania 0-0


Il 2014 ormai conta già un mese in meno e l’Inter ancora deve fare un gol. Non basta nemmeno una partita in casa contro l’ultima in classifica per ricominciare a far punti pesanti. Non serve a stimolare i giocatori che le prime della classe frenino o che il Verona che ci affiancava a pari punti perda. Non fa certo bene la contestazione dei tifosi, ma del resto cosa si poteva mai vedere in curva? Fiori ed applausi? Eh no, purtroppo non è tempo per i fiori, figuriamoci per gli applausi. Non sembra cambi nulla nemmeno partire con Alvarez, Palacio e Milito per poi aggiungere Kovacic e Botta dopo. Insomma le cose non girano, il nervosismo è palpabile, in campo come in tribuna e di gol nemmeno a parlare. Basti pensare che le occasioni più pericolose le ha avute Rolando (difensore). Così la partita contro i siciliani è diventata per l’Inter l’ennesima sberla, mentre dietro, in classifica, comincia a sentirsi il rumore di avversari in ripresa che magari non convincono, ma vincono. Contro il Catania per l’Inter il demerito non è tanto quello di chiudere con un misero punto, ma piuttosto di giocare un calcio spento, con tanto possesso palla sterile e pochissimo movimento, pochi tiri a porta, poco carattere. Gli avversari controllano, fanno la loro partita e rischiano anche il colpaccio. L’Inter sembra ormai avviluppata alla speranza che un episodio sblocchi qualcosa e pur con tutta la buona volontà non riesce a produrre una giocata che sorprenda l’avversario o movimenti veloci che rubino il tempo alla difesa avversaria. In sostanza non succede nulla, ma intanto i pareggi si accumulano e il gioco sembra mostrare involuzioni molto preoccupanti. Sorvolando per un attimo sulle beghe di mercato, andrebbe un attimo rivisto il sistema di gioco. Non è accettabile il concetto per cui se gli avversari conoscono il tuo gioco, allora ti bloccano e tu non ne esci più. Non è proprio accettabile. In attesa che il mercato di riparazione si chiuda con la mestizia che si avverte e si possa ricominciare a pensare solo al campo, considerato che i giocatori quelli sono e in attesa della tanto ventilata rifondazione che verrà (o di un improbabile acquisto dell’ultimo minuto), si pensi allora con pragmatismo a far girare la squadra con gli schemi adeguati agli uomini a disposizione. Per dovere di cronaca, va sottolineata la partita di Alvarez, apparso motivato e in palla, a differenza del resto della squadra e il probabile infortunio di Cambiasso (stiramento?). Le contestazioni ci sono state, gli obiettivi dei tifosi sono quelli ormai noti e tutto questo, finalmente, sotto gli occhi del nuovo proprietario/presidente e di Moratti. L’auspicio è che si prenda spunto dai fatti sotto gli occhi di tutti e si proceda di conseguenza per riportare l’Inter al ruolo che le compete per storia e titoli. La curva intanto propone una “ricetta” con solo tre ingredienti:

1) Mai trattare con Rubentus e BBilan (Juventus e Milan). In linea di principio si, a meno che non ci sia da fare un affare conveniente, ma è evidente che non ci si riferisce a scambi come Vucinic-Guarin che non solo non sono proponibili, ma non dovrebbero nemmeno essere immaginati.

2) Thohir, metti subito un tuo uomo di fiducia. Ineccepibile. La prima rifondazione, i primi scossoni, le prime vere operazioni di “mercato” vanno fatte a livello dirigenziale e quindi è essenziale che ci sia un uomo “forte” al comando con pieni poteri e non monco come è successo negli ultimi anni.

3) Vecchia dirigenza: tutti subito a casa!! Più che sensato. Oggi c’era chi, tra i commentatori, faceva i conti agli ultimi quattro anni di mercato dell’Inter: 38 giocatori comprati, 207 milioni spesi, solo due titolari in campo. I risultati sportivi e finanziari sono sotto gli occhi di tutti. Quattro anni di disastri sportivi, debiti che impediscono il rilancio e gli investimenti, risultati sul campo inadeguati al blasone dei nerazzurri, conseguenza anche di pessime politiche di acquisti e cessioni. Se non è la dirigenza in primis ad essere messa in discussione, di che stiamo parlando?

Thohir dubito che non abbia chiaro tutto questo, c’è solo da chiedersi quando si deciderà ad intervenire in modo chiaro e determinato e così a far partire, finalmente, questa benedetta nuova era.

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