Due passi avanti e uno indietro: questo il ritmo dell’Inter quest’anno. Per l’ennesima volta, il presidente Thohir seduto in tribuna a S. Siro, non ha il piacere di gustarsi una squadra che giochi un calcio divertente nè soprattutto vincente. L’Inter che affronta il Cagliari risulta bruttina, disordinata, vogliosa si di fare risultato, ma solo a sprazzi e senza andare oltre un agonismo intermittente e senza molto cervello. Un triste ritorno al passato purtroppo. Il centrocampo privo di Hernanes stenta a impostare il gioco e quando lo fa, lo fa troppo lentamente. I reparti appaiono di nuovo scollati rispetto alle ultime uscite, complice forse anche un calo di forma di alcuni elementi come Guarin, Alvarez e Milito. Quando gli schemi riescono o gli esterni si liberano in fase di attacco, la squadra si rende pericolosa, restando deficitaria purtroppo, per buona parte della partita, sia di velocità che di continuità. La caparbietà e l’attenzione dei sardi nella fase difensiva, Avramov a porta che sembra un muro insormontabile salvando più volte il risultato e la traversa sul finale di Icardi danno un’idea dell’andamento della partita. I nerazzurri regalano il primo tempo, giocando in modo apatico e subendo a tratti l’iniziativa e la velocità degli attaccanti avversari anche sfortunati in occasione del rigore a favore dei rossoblu; ci provano solo a tratti, nel secondo tempo, partendo bene per recuperare il risultato, con la giusta velocità e approfittando del calo degli ospiti, con gli esterni che riescono finalmente a fare il loro lavoro al meglio, ma complice la mancanza di continuità in fase d’attacco e un pizzico di sfortuna, non riescono ad andare oltre il pari. Gli ultimi dieci minuti sono si un monologo nerazzurro con decine di palloni buttati in area per approfittare delle torri, ma la traversa e il cronometro mettono fine ad un arrembaggio che a conti fatti si rivela sterile e sfortunato.
Mazzarri sostituisce Hernanes con Alvarez, ma l’argentino, pur mettendoci tanta buona volontà, preoccupato forse troppo della fase difensiva, non riesce a dare il giusto contributo al reparto d’attacco; viene sostituito da Kovacic per dare maggiore peso e qualità nel momento di maggiore sforzo della squadra per acciuffare i tre punti. Bene Icardi che prende il posto di un Milito sottotono: fa l’assist per Rolando in occasione del pareggio, prende una traversa sul finale, manda nel panico a inizio ripresa la difesa cagliaritana e subisce un probabile fallo in area che se non giocasse per l’Inter magari l’arbitro fischiava pure rigore. Guarin ha dato il suo contributo, ma è apparso meno lucido delle ultime uscite. Nagatomo fa il suo dovere, ma spesso sbaglia la misura del passaggio finale, stesso dicasi per Jonathan. La difesa, un pò ballerina, è protagonista nel bene e nel male: Juan Jesus riesce a contenere con l’aiuto di Samuel, la velocità di Ibarbo, ma costringe l’arbitro a fischiare il rigore per un fallo di mano sfortunato e ingenuo, mentre Rolando accompagna spesso le azioni d’attacco e si ritrova ad approfittare dell’ottimo assist di Icardi in occasione del gol del pareggio. Palacio non riesce a fare gol più per merito del portiere sardo che per suo demerito e cerca comunque di dare vivacità alla squadra in attacco. Entra sul finale anche Ruben Botta, ma non riesce a dare un contributo rilevante, pur dando ancora una volta, prova delle sue qualità.
Partita poco piacevole a vedersi, squadra in leggero calo rispetto alle ultime vittorie, tanta sfortuna sulle conclusioni a porta e meriti per gli avversari che non si lasciano travolgere quando i nerazzurri mostrano i muscoli. Resta l’amarezza per i due punti persi che erano tranquillamente alla portata della squadra, in pratica l’ennesima battuta d’arresto. Si conferma il quinto posto solitario, ma il rischio ora è che la Fiorentina allunghi nuovamente. Da segnalare che dopo la giornata di oggi, l’Inter resta l’unica squadra in serie A a quota zero per rigori assegnati a favore.
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