Ormai la conosco da vent’anni. Tal volte mi fa sorridere, altre incazzare ma con lei ogni momento di gioia è sempre indimenticabile. Ricordo la prima volta che la vidi: era bellissima, tanta gente intorno a lei, tutti che gridavano il suo nome e anch’io come tanti altri fui rapito da quel suo modo di fare, da quel suo esser bella e spregiudicata. Il nostro rapporto è fatto di alti e bassi e sinceramente quando in estate non ci vediamo per due mesi mi manca sempre tantissimo.
Oggi ha compiuto gli anni, si dice siano tanti, ma non li dimostra anzi a tratti si nota quella sua immaturità e quel pizzico di follia che in fondo mi hanno fatto innamorare di lei.
Parlare dell’Inter è un po’ come descrivere l’amore della propria vita e di certo non sarò il primo a fare questo tipo di raffronto visto che lo stesso Calcio è spesso utilizzato come filosofia e metafora della vita. Nonostante litigi, dissapori e pazzie rimane sempre quell’affetto incondizionato a prescindere da una o più annate storte.
Dalla Beneamata si sa pretendiamo tanto, troppo talvolta tutto come se fosse unicamente nostra e questa sorta di gelosia e apprensione verso di chi non la tratta come dovrebbe può avere anche una sua logica. Ribadire che dopo 106 anni di storia si può essere orgogliosi di lei può esser banale e scontato, ma considerate le macchie indelebili che hanno colpito le altre società con scandali e retrocessioni il rimarcare il concetto è più che doveroso. Ancora auguri cara pazza amata Inter.

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