Livorno-Inter 2-2

Alla fine si resta senza parole. In genere il suicidio lascia interdetti in effetti. Questa sera è toccato a Guarin, subentrato a Hernanes nel secondo tempo, combinare il pasticcio che costa gli ennesimi due punti alla formazione nerazzurra. Una squadra, quella interista, che pur ritrovandosi in vantaggio di due gol, riesce a farsi riprendere, giocando male, a tratti se possibile, peggio che contro l’Udinese. Mazzarri stavolta si mangia le mani, qualcuno se la prenderà con lui, ma oggi si è avuta la dimostrazione che alla fine in campo scendono i giocatori: sono loro a fare il bello e il cattivo tempo e ultimamente c’è una forte aria di burrasca… Non ha molto senso commentare questo pareggio, non si farebbe che ripetere quello che si è già detto: gambe molli, velocità a sprazzi, momenti di buio totale, paura immotivata di sbagliare e incapacità di imporre un gioco, magari approfittare di una ripartenza, almeno una… Manca l’ennesimo rigore per fallo commesso su Palacio, ma il Livorno avrebbe poi demeritato una eventuale sconfitta. I padroni di casa rischiano invece di superare il pari, si sacrificano, ci mettono grinta e cuore, tutte doti che in questo momento sembrano mancare in casa nerazzurra. Bene Mbaye, Bardi, Benassi e Duncan: il futuro, possibile, nerazzurro.

L’Inter gioca male nella prima mezz’ora, si ritrova in vantaggio con Hernanes quasi per caso e raddoppia sul finale di tempo con Palacio. Gol di buona fattura, ma figli del caso e che illudono molti sul prosieguo della partita. Nel secondo tempo passano dieci minuti e la difesa nerazzurra dimentica, su calcio d’angolo, Paulino che ne approfitta e dimezza il vantaggio. L’Inter comincia a giocare a intermittenza con sprazzi di gioco apprezzabili e momenti di completa amnesia. Entrano Guarin per Hernanes, poi Zanetti per Jonathan. Guarin ha una grande occasione, ma è bravo Bardi a tenere a galla la squadra di casa. Poi succede l’imponderabile. Guarin dalla metà campo livornese passa indietro la palla verso Samuel che però è quattro, cinque metri più avanti. Emeghara prende velocità e il gol è servito su piatto d’argento. L’ingresso di Ruben Botta sul finale non cambia nulla. Una brutta Inter che poteva vincere contro un Livorno non irresistibile, ma che esce piegata nel morale e con l’ennesimo pareggio che sa di sconfitta. Le insufficienze si sprecano: si salvano Palacio e Alvarez. Male tutti gli altri, tra tutti Icardi e D’Ambrosio. L’involuzione in atto è tale, da far temere seriamente per il prosieguo del campionato e per il raggiungimento dell’unico traguardo rimasto, l’Europa League.

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