Due gol belli da vedere e la pratica azera è chiusa. Primo posto nel girone a quattro lunghezze dalla più vicina inseguitrice e vittoria ritrovata. L’Europa sorride all’Inter, ma l’Inter fà comunque la smorfiosetta. In altre parole, che fatica battere il Qarabag!! Il peso psicologico della rivalsa e degli errori commessi col Cagliari c’è e si sente. La squadra ci mette rabbia agonistica, muscoli e polmoni, ma i limiti sono e restano quelli già visti. Recuperata la fase difensiva, quella d’attacco stenta sempre. I reparti sono distanti, la compattezza delle prime gare è un lieto ricordo e, morale della favola, tirare a porta o creare giocate in attacco sembra un’impresa ardua. Non è un caso se entrambi i gol, uno per tempo, vengono da un tiro potente da lontano e non su azioni ben organizzate. Mazzarri dalla panchina si sbraccia, si arrabbia, urla, ma i ragazzi in campo faticano terribilmente. L’avversario, non di grande levatura, è si ostico o scorbutico, ma nulla di trascendentale e forse è una fortuna. Nonostante le difficoltà si ritrova la vittoria in casa, senza subire gol e quanto meno si alza il morale della truppa. Quanto sarà utile e veritiero, si vedrà a Firenze, contro avversario di altro spessore. La speranza, ormai è chiaro che anche quest’anno andremo avanti sperando partita dopo partita, è di vedere continuità, concentrazione per tutti i novanta minuti e magari qualche tiro in porta in più.
Il primo tempo vede in campo Ranocchia, Andreolli e Juan Jesus, Nagatomo e D’Ambrosio sugli esterni, Kuzmanovic, M’Vila ed Hernanes e in attacco Icardi supportato da Guarin. Partenza aggressiva dei neroazzurri, stasera in maglia azzurro fluo, ma sterile. Tanta buona volontà, encomiabile e poca incisività in attacco. D’Ambrosio da subito dimostra di essere uno tra i più in forma e più convinti: corre sulle fasce, copre e attacca e alla fine si trova nella posizione giusta per raccogliere un rimpallo in area e con un gran tiro mettere dentro il gol del vantaggio. Nel secondo tempo si barcolla, ma non si molla. Cala la tenuta atletica e scoppia un’epidemia di crampi. Fuori Kuzmanovic per Medel, Guarin per Osvaldo e Hernanes per Obi. Osvaldo riaccende l’attacco nerazzurro e ridà vivacità davanti all’area di rigore azera. Suo il passaggio ad Icardi che con una gran botta mette dentro il secondo gol. Nonostante crampi e stanchezza, il Qarabag non è più pericoloso, nonostante il buon palleggio e la partita si chiude con altri tre punti d’oro.
Buona la prestazione di Osvaldo e D’Ambrosio, bene M’Vila a centrocampo e Ranocchia mostra di meritare la fascia con una prestazione che sa di riscossa per tutta la squadra. Hernanes ancora a fasi alterne, Guarin non sembra ancora a suo agio come trequartista/punta, visto il vizietto di tenere troppo palla. Nagatomo timido, Juan Jesus ne fà un paio da tirata d’orecchie, ma difende bene. Obi entra sul finale, ma appare in gran spolvero, forse meriterebbe pù spazio, specie nel turn over. Una gara sufficiente, discreta per il risultato, ancora insufficiente per il gioco, specie in fase d’attacco. Alla distanza, dopo cinque giornate di campionato e due di Europa League, sembrerebbe che rispetto all’anno scorso sia cambiato poco, tra alti e bassi di rendimento. Mazzarri è visto da molti come l’unico o il principale colpevole. Di sicuro non è esente da responsabilità, ma almeno, rispetto a tutto il periodo post-Mourino, cerca di dare un gioco, piaccia o meno, preciso e studiato. Se i giocatori seguissero meglio i suoi dettami, magari vedremmo una squadra brutta per chi ama un altro tipo di calcio, ma vincente. Se non si trova la quadra, prepariamoci a un altro anno di lacrime e sorrisi in rincorsa perenne di altre pretendenti agli stessi traguardi. L’unica differenza con l’anno scorso è che i giocatori a disposizione rendono la rosa più competitiva e sarebbe un peccato non mettere a frutto le potenzialità che, almeno sulla carta, si avrebbero.
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