Con Mancini sembra essere tornata anche la pazza Inter. Battute apparte, ne succedono di tutti i colori contro gli ucraini, ma alla fine lo sforzo è premiato. Alla fine si può festeggiare la vittoria, il passaggio del turno matematico e il compleanno del Mancio (sono 50 candeline, Auguri Mister!!). Insomma tutto è bene quel che finisce bene, ma che fatica contro quelli che tutti descrivevano come avversari modesti. Su tutti, primeggia Handanovic che diventa eroe della serata nel bene e nel male e risulta alla fine l’elemento determinante per superare i modesti (sarà…), ma ostici ucraini. Una vittoria sofferta che non deve far assolutamente pensare che le cose sono già cambiate, ma che sicuramente dà morale e, ci si augura, ulteriore esperienza per il futuro. Lavoro ce n’era e ce ne sarà ancora tanto da fare per il Mancio e il desiderio di avere esterni d’attacco è evidente, ma non tale da giustificare Icardi e Hernanes impiegati in quel ruolo. Dopo Kovacic in quel ruolo, altro esperimento non proprio riuscito. Dopo le querelle sulla difesa, speriamo di non dover cominciarne altre sull’attacco e il centrocampo.
Il primo tempo vede in campo i nerazzurri con Handanovic al posto di Carrizo, storicamente portiere di coppa nell’era Mazzarri, Dodò e Nagatomo esterni di difesa, Ranocchia e Juan Jesus centrali difensivi, Medel, Kuzmanovic e Guarin a centrocampo, Icardi, Osvaldo e Hernanes in attacco. Mancini in tribuna a scontare una squalifica quanto meno curiosa. Gli ucraini partono fortissimo e sfondano le linee nerazzurre ripetutamente. Ranocchia e Juan Jesus sono palesemente in difficoltà e il centrocampo non aiuta la fase difensiva in modo adeguato. Morale della favola, il Dnipro va in vantaggio, complice un errore sulla respinta del portierone interista. Come se non bastasse, al 28′ viene fischiato un fallo da rigore a Guarin. Sul dischetto va Konoplyanka, oggetto dei desideri di mercato, ma a porta c’è Handanovic. Quarto rigore parato in stagione e botta di energia per tutta la squadra fino a quel momento in bambola. E così, nonostante le difficoltà evidenti, i nerazzurri cercano, palla a terra, di costruire gioco e quando ci riescono, si fanno pericolosi. Su una mischia in area degli ospiti, la palla finisce sui piedi di Kuzmanovic che infila con un bel tiro da fuori il portiere avversario. Non segnava dal 2012 e non può che far piacere. E’ il 30′ e il pareggio già è sufficiente per passare il turno, ma il Dnipro non molla e continua a premere: la sensazione è che gli basti poco per concretizzare. I nerazzurri sono nel pallone e fanno fatica a contenere gli avversari. Si fa male Nagatomo che esce sostituito da Campagnaro (37′). Il fischio dell’arbitro fà tirare un sospiro di sollievo a tanti tifosi nerazzurri un pò angosciati dalla prestazione molle e distratta di molti giocatori in campo.
Il secondo tempo parte subito bene (…) con l’espulsione, per doppia ammonizione, di Ranocchia (2′). In dieci, l’Inter fà quadrato e paradossalmente si ritrova. Il vantaggio nerazzurro, firmato da Osvaldo, arriva quasi subito (5′) e mette la gara, fortunatamente, in lieve discesa. Hernanes chiede il cambio e gli subentra Obi, mentre Andreolli rileva Icardi per ricompattare difesa e centrocampo. Ci si difende con ordine e senza grandi affanni, mentre Osvaldo, seppure solo con il supporto di Guarin e Obi, nelle rare occasioni in cui l’Inter si affaccia nella metà campo avversaria, fà impazzire tutta la difesa avversaria. Una prestazione da incorniciare per il rientrante attaccante nerazzurro, senza dubbio. Gli ucraini che hanno speso tanto nel primo tempo, abbassano i ritmi, ma restano pericolosi. Almeno due gli interventi fondamentali di Handanovic che indirizzano il risultato verso la vittoria finale dei padroni di casa. Il triplice fischio chiude così una battaglia estenuante e consegna le chiavi del secondo turno di Europa League ai nerazzurri.
Tanti, forse troppi, gli errori commessi soprattutto nel primo tempo. Un calo di concentrazione forse anche comprensibile, ma che poteva costare caro. Mancini sta verificando le possibili alternative in squadra per fare il suo calcio e il bilancio per ora non può essere completamente positivo. Ci sono le basi su cui lavorare, ma come del resto si sapeva già, la rosa è quella che è, per di più tarata sul gioco di Mazzarri, quindi è plausibile immaginare che a gennaio ci sarà realmente un piccolo, ma di sostanza, mercato di riparazione. Per ora godiamoci il risultato e il passaggio del turno: il bel gioco arriverà, se i giocatori ci metteranno la testa e la costanza.