Chievo Verona-Inter 0-2

Tra alti e bassi l’Inter agguanta finalmente i tre punti nella, non più fatal, Verona. La cosa più importante era vincere, per non restare indietro e così approfittare dei tanti passi falsi fatti da chi dovrebbe essere più forte di noi, per poter recuperare terreno. Mancini può sorridere, ma non rilassarsi, anzi. La squadra ha fatto meglio che contro l’Udinese, non ha avuto il crollo psicofisico visto nel secondo tempo al Friuli, ma non sono state tutte rose e fiori. Il primo tempo è stato molto combattuto, incerto almeno fino al gol del vantaggio nerazzurro di Kovacic. Nel secondo tempo, prima che Ranocchia mettesse al sicuro il risultato, rasserenando così l’animo dei compagni, si è visto qualche scricchiolio di troppo e il timore di commettere errori fatali. Errori che puntualmente ci sono stati, ma che questa volta non sono stati pagati caro. Il Chievo ha rischiato più volte di andare in vantaggio nel primo tempo e poi di pareggiare nel secondo. Handanovic si è dimostrato ancora una volta elemento essenziale per tappare i buchi difensivi, mentre il centrocampo porta con sè ancora il retaggio del passato. Il giro palla è lento e, sotto pressione, evidenzia le sue debolezze. Due contropiedi fulminanti dei clivensi non si sono concretizzati per pura fortuna, ma l’errore di tenere troppo la palla si continua a commettere. Stasera poi Guarin e Kuzmanovic non erano particolarmente in forma, il primo ha sbagliato tanto sia nei passaggi che col pallone tra i piedi (quando passa la palla è sempre troppo tardi…), il secondo troppo macchinoso nel tentativo, spesso vano, di velocizzare il gioco e più lento del solito. Nonostante tutto questo, la vittoria ci ha arriso grazie alla stella croata schierata da puro trequartista. Kovacic ha brillato finalmente di luce propria, impostando il gioco in fase d’attacco, lavorando molto in fase difensiva e coronando la sua prestazione con il ritorno al gol. E tutto questo nonostante le bastonate prese per tutta la partita dagli avversari. L’arbitro espelle Ruben Botta dopo otto minuti (nel secondo tempo) dal suo ingresso in campo per un eccesso di “amor proprio”, ma non fa una piega quando Mateo viene alzato da terra a suon di calcioni negli stinchi. D’Ambrosio conferma i progressi visti anche in coppa, mentre Medel riesce ad aiutare la difesa come sa fare lui. Davanti Icardi e Palacio si dannano e contribuiscono a tenere alta la squadra come vuole il mister. I nerazzurri attaccano almeno in cinque, se non di più e non è un caso se il secondo gol è siglato dal capitano Ranocchia con la zampata del classico uomo d’area. Nagatomo a corsie invertite non riesce a crossare in modo preciso, ma dà il suo contributo. Il lavoro di Mancini si vede, ma come lui ben sa, c’è ancora tanto da fare. Se intanto si riesce a far bottino di punti, tanto meglio. Per progredire servono anche vittorie sudate come quella di stasera. La prossima avversaria veleggia sei punti sopra di noi: vincere contro la Lazio sarebbe un ottimo modo per chiudere il 2014 con un pò di serenità e ottimismo in più in vista degli impegni futuri.

Nota di Europa League: il sorteggio ci ha consegnato il Celtic per il prossimo turno europeo. Sfida avvincente, dura, complessa, ma potremmo arrivarci in condizioni nettamente migliori rispetto alle attuali. I progressi, piccoli, magari lenti, ma importanti, ci sono e a questo punto non bisogna demordere. Gli scozzesi dovranno temerci.

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