Perdere con un gol al ’94 è malsano. C’è tanta rabbia e sconforto, ma… Dopo 28 anni era forse il momento giusto per i granata per tornare a vincere a S. Siro. Tanta voglia di vittoria per gli ospiti, poca incisività e intelligenza tattica nei padroni di casa. Si può parlare di beffa, certo, ma se il portiere del Torino è stato quasi sempre inattivo, se all’ultimo minuto un giocatore avversario resta solo e libero di colpire, se Icardi non è quasi mai dove dovrebbe essere… allora diventa difficile prendersela solo con la sfortuna. Certo, il Toro ha giocato una partita tutta in difesa, Palacio e Obi giocavano fuori ruolo, ma tranne Podolwski e Guarin, con scarsi risultati, nessuno ha impegnato il portiere avversario seriamente. Ambire alla Champions League con così poco mordente, perdendo punti in questo tipo di partite, in casa, appare sempre più una chimera, nonostante l’arrivo di grandi campioni o di giovani e belle promesse. C’è ancora tanto, forse troppo lavoro da fare, per Mancini. A complicare le cose, gli infortuni identici, muscolari, di Andreolli e D’Ambrosio e che si aggiungono a quelli di Medel, Campagnaro, Jonathan. Buono, se non altro, l’esordio di Donkor che il mister è costretto a mettere dentro dopo l’infortunio di D’Ambrosio.
Per tutta la partita l’Inter ha mantenuto il controllo della partita, ha speso tante energie, ha rischiato relativamente poco (fino al gol), ma negli ultimi 20 metri non ha mai mostrato iniziative, mai uno spunto del singolo. Il gioco si è sviluppato ossessivamente in orizzontale, mentre le verticalizzazioni sono state quasi sempre escluse dalla manovra. Ci sta che sul finale gli avversari possano approfittare del calo fisico e di quello mentale. Sconfitta immeritata dunque? Assolutamente no. Sicuramente evitabile, di certo odiosa, ma immeritata proprio no, visto che non si è fatto nulla per evitarla. Ci si può solo augurare che il recupero della forma di Shaqiri e Podolwski e l’arrivo di giocatori come Brozevic regali maggiore incisività a una squadra che pur essendo cambiata tanto dall’arrivo di Mancini, continua a portarsi dietro i limiti, strutturali, già visti ai tempi di Mazzarri.
Ora si ripeterà il mantra “dobbiamo fare punti”, ma forse è il caso di cominciare prima di tutto a fare gol che poi, così, forse, si fanno pure i punti….
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