“Era uno solo, un uomo solo e avete preso gol…”! Con queste parole pronunciate al 94′, ormai a partita finita, cala una bella pietra tombale sulla Coppa Italia. Mancini poi dirà che siamo/sono stati dei polli. Cos’altro si potrebbe aggiungere a commento di una partita persa in così malo modo?! Eppure non era andata tanto male fino al 93′. Buon possesso palla, equilibrio tra le due squadre. Un Napoli contenuto e a tratti messo alle corde, specie nella prima parte del primo tempo; descritta come nettamente in miglior condizione, la squadra di casa non è apparsa così superiore ai nerazzurri sul piano del gioco. Quello che ha fatto la differenza sono state le prestazioni individuali nei punti strategici del campo. Al di là del clamoroso errore che è costato la qualificazione, Ranocchia è stato comunque uno dei peggiori in campo. Il capitano interista è apparso spesso incerto, a volte in ritardo, molle quando bisognava stare sul pezzo, falloso inutilmente. Nagatomo è apparso invece timoroso, in difficoltà nel tenere la posizione affidatagli. Quando è entrato anche Guarin è rimasto fuori dal gioco. Bene invece l’esordio di Puscas, Santon e Brozovic.
Non è dunque bastato il cambio di modulo, una diversa costruzione del gioco, sicuramente più godibile degli schemi Mazzarriani, l’inserimento di giovani e neoacquisti come Santon, appena arrivato, per cancellare le tare di questa squadra. La difficoltà di andare al tiro e quindi segnare, l’essere molli nei contrasti e sulle seconde palle, la scarsa concentrazione in fase difensiva, la totale assenza di un pizzico di furbizia e cattiveria: nessuno di questi enormi problemi, sembrano essere stati risolti dal pur esperto e flemmatico Mancini, apparso questa sera particolarmente e giustamente, avvilito. Ritrovare la vittoria sarebbe forse un buon viatico, ma se non si tira a porta…
La partita di stasera è stata una summa dei limiti e delle potenzialità di questa squadra. Il palo preso da Icardi, nel primo tempo segnala anche la cifra della scarsa fortuna di questo periodo, totalmente agli antipodi, ad esempio, di quella del Napoli. La squadra gioca, è in grado di tenere testa ad avversari più quotati e apparentemente più in forma, ma appare a corrente alternata sia sotto il profilo mentale che tecnico. I limiti individuali concorrono a rendere vani gli sforzi profusi e acuiscono la mancanza di gol e azioni, numericamente, soddisfacenti. Alla lunga, la mancanza di risultati incide sulla tenuta mentale, sull’autostima e succede il patatrac. Volata via la Coppa Italia, tocca tornare a parlare di speranza. Se si comincia a far gol, forse, sottolineo forse, si potranno buttare giù le basi per la prossima stagione e senza ulteriori mortificazioni. La strada però è lunga, tortuosa e nulla ormai garantisce un lieto fine, per ora. Incrociamo le dita.
Lascia un commento