Alla faccia di giornalai e giornaletti, Mancini parte dal primo minuto con Kovacic e Vidic titolari: il primo, autore di una prestazione di alto livello coronata da un bel gol (quello dell’1-0) e il secondo, migliore del reparto difensivo. L’Inter, finalmente e nonostante un quarto d’ora di black out difensivo dopo il vantaggio, raggiunge la terza vittoria consecutiva in campionato, non succedeva dal 2012 e si affaccia in zona Europa League. La strada è ancora lunga e tortuosa, ma i risultati cominciano ad arrivare e a far sorridere, accompagnandosi al bel gioco. Non è il caso di entusiasmarsi eccessivamente, ma il Mancio sta piano piano ricamando la sua tela e se per diventare strabordanti magari bisognerà attendere l’anno prossimo, per ora ci si può gustare un intrigante aperitivo.
I nerazzurri dominano il primo tempo in lungo e in largo e solo le incertezze di Podolski sotto porta impediscono di chiudere la prima frazione già in vantaggio. Almeno tre le occasioni chiare da gol sprecate, a cospetto di un gioco frizzante, fatto di pressing alto e tecnica a tratti spettacolare. Carrizo fa un solo intervento, ma per buona parte del primo tempo è spettatore non pagante, complice anche la sicurezza e la precisione degli interventi di un centrale di difesa di alto spessore quale è Vidic, qui invocato non più tardi di una partita fà… Confermarlo nell’incontro decisivo con gli scozzesi non sarebbe male.
Succede invece di tutto nel secondo tempo. Il vantaggio nerazzurro è siglato da Kovacic che esulta invitando al silenzio detrattori e giornalai, dopo un assist di tacco per Icardi. Raggiunto il gol, la squadra va nel panico e più per proprio demerito che per la forza degli avversari, ci vuole il miglior Carrizo per evitare l’ennesima beffa. Su una ripartenza veloce arriva poi il raddoppio con uno splendido gol di Icardi, festeggiato addirittura ballando, sempre in barba a polemiche sterili e inutili. L’ingresso in campo per i sardi dell’interista Longo riporta la difesa a tremare fino al gol/autogol di Carrizo. Tiro di Longo, palo, schiena del portierone interista e Cagliari che accorcia. Mancini questa volta non ne vuole sapere di essere beffato all’ultimo e passa alla difesa a cinque. Il fischio finale libera squadra e tifosi da questa nuova “maledizione” della beffa nel recupero che da qualche partita ci stava perseguitando.
Si riconferma in ottima forma Guarin, diventato capitano con l’assenza di Ranocchia, autore di un’ottima gara. Icardi ha poche palle buone da giocare, ma le sfrutta al massimo. Medel e Brozovic diventano sempre più un alchimia perfetta per gli equilibri di centrocampo. Santon e Vidic compensano alla grande le incertezze e gli erroracci di Campagnaro e Juan Jesus. Podolski appare fin troppo timido sotto porta e c’è da credere che solo il gol possa sbloccarlo, sperando arrivi presto. Kovacic conferma le sue qualità e i progressi fatti in allenamento: sguardo più cattivo e maggiore presenza in campo, sorvolando sulle indiscusse doti tecniche. Carrizo ha qualche problema con le prese, ma è ancora determinante nei momenti di scombussolamento della difesa. Mancini, con il suo aplombe e le sue certezze, comincia a vedere i frutti di un piccolo capolavoro e speriamo che sia l’inizio di una nuova, bellissima, storia nerazzurra.