Inter-Chievo 0-0

Ennesima occasione persa. L’altra faccia della medaglia nerazzurra si è nuovamente palesata. Contro una squadra salva e preoccupata sostanzialmente solo di fare bella figura, l’Inter non riesce a far male e soprattutto a conquistare tre punti fondamentali per mantenere seriamente accesa la speranza di arrivare in Europa dalla porta principale. Un palo e qualche fuorigioco fischiato ingiustamente non bastano a confortare un S. Siro che si aspettava ben altra prova in un momento così decisivo di quest’annata mediocre. Mancini parla di 24 tiri a porta e 70% di possesso palla, ma si percepisce chiaramente che il suo è un modo per non infierire ulteriormente su un gruppo che per tutto l’anno ha palesato limiti, soprattutto caratteriali, pesanti e preoccupanti. I nerazzurri non riescono a far breccia contro le squadre che si chiudono a riccio e pur mostrando sprazzi di bel gioco, col passare dei minuti, mentalmente, si arrendono e il loro affannarsi in campo diventa sterile e a tratti irritante. Il Chievo fa la sua parte e rischia anche di vincere, cosa che almeno non è accaduta come invece già è successo nel recente passato. Il copione è sempre lo stesso: si parte forte, si sfiora il gol quando va proprio di lusso, non si segna mai perchè negli ultimi venti metri sembra annebbiarsi la mente e si finisce poi a gambe all’aria, con Handanovic a tenere a galla la baracca che, quando va bene, non crolla per un soffio di vento. Non a caso, insieme a Vidic, il portierone, per ora ancora nerazzurro, risulta il migliore in campo alla fine di un brutto match, in casa, finito, purtroppo? per fortuna? a reti inviolate. E’ stucchevole e superfluo ripercorrere le fasi di questa gara, perchè è un film già visto quest’anno decine di volte. Spesso è andata male e si è preso gol alla fine, a volte ci si è salvati per il rotto della cuffia, raccimolando come in questa occasione, un inutile punticino. Se contro l’Udinese c’era l’alibi del rilassamento, scriteriato, di giocare in undici contro nove, questa volta si è solo rivista la bruttura di un Inter senza voglia, senza fame e un pò citrulla. Sarà il caso di arrivare ai preliminari di coppa, rischiando un’altra stagione o sarebbe meglio ripartire da zero con un mercato serio e quindi giocatori adeguati a fare un vero salto di qualità? Ai posteri l’ardua sentenza e soprattutto a Thohir e Mancini la responsabilità e la voglia di rifondare una squadra senz’anima, impresa, quella si, necessaria per tornare al posto che ci spetta, al di là degli esiti del campionato e UEFA permettendo. Intanto l’indimenticato Mou vince il suo ennesimo titolo e a lui non si possono che fare i più sentiti complimenti.

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