Dopo i clivensi, tocca agli scaligeri. Verona e dintorni finiscono sotto il treno nerazzurro. Era dai tempi di Helenio Herrera che non si partiva in modo così scoppiettante. Cinque vittorie consecutive, quindici punti, cinque uno a zero. Il rumore dei nemici si farà sempre più assordante, sappiatelo…. Quello che invece ci interessa è che Mancini possa, senza coppe e con un buon vantaggio in classifica, gestire e far crescere la squadra. Il gioco non sarà ancora spettacolare, i gol fatti pochi, ma non dimentichiamo che l’asse portante dell’Inter è stato acquistato in blocco nell’ultimo giorno di mercato e scusate se è poco…!
Contro il Verona è stata dura, è mancata la precisione, la compattezza, un buon filtro a centrocampo, i movimenti in attacco, non sempre, ma a fasi alterne. Di contro, l’Inter ha messo in campo muscoli e cuore per quasi novanta minuti, lasciando intendere che col tempo, la continuità e l’aumentare dell’intesa tra i giocatori, non si potrà fare altro che migliorare. Un pizzico di fortuna, vedi traversa di Sala sullo zero a zero, non guasta mai e, soprattutto, porta fortuna…
Da segnalare l’esordio di Ljajic, prestazione non memorabile e il rientro di Biabany dopo i suoi problemi di salute. Su tutti, ancora una volta, campeggia la prestazione di Felipe Melo, autore del gol vittoria. Difficile trovare ancora qualcuno scettico sul suo acquisto. Medel e Miranda o chi per essi, si confermano muraglia quasi inespugnabile (vedi episodio della traversa). Ottimo il lavrò fatto sulla fase difensiva insomma, se si pensa all’anno scorso. Troppo imprecisi e a intermittenza le prestazioni di Guarin e Kongdobia. Bene invece Icardi, spesso presente nel gioco, stasera a secco dopo il gol vittoria contro il Chievo e bene anche Perisic. Quando entra Jovetic la fase d’attacco indubbiamente si aggiusta, ma è mal supportata dal centrocampo. Telles meglio in fase d’attacco, si conferma Santon. C’è tempo anche per Handanovic, sul finale, di scaldare i guantoni.
È un Inter muscolosa, che se vuole può diventare un carro armato, ma nei novanta minuti c’è bisogno anche di usare la testa e per questo ci vuole tempo e affiatamento. Le premesse ci sono, i risultati anche. In breve? Chi ben comincia, è a metà dell’opera…