Sì torna a vincere, ma non c’è molto da stare allegri. Icardi torna a segnare, ma il merito è tutto di un Ljajic in gran forma. La difesa non prende gol, ma il merito è di Handanovic che all’ultimo minuto diventa man of the match con una paratona su Destro. Regaliamo il primo tempo, l’ennesimo, ai rossoblu e giochiamo meglio in 10 dopo l’espulsione di un Felipe Melo compassato, in un secondo tempo appena sufficiente. Gli esterni lavorano male, ma Brozovic stavolta sa il fatto suo. Scarsa convinzione dunque, scarso l’impegno per almeno 50 minuti, poco convincente la prova di Icardi ancora una volta, appannati Kongdobia e Perisic. Se non fosse per la vittoria, figlia di una bella combinazione tra Brozovic e Ljajic e, soprattutto, un macroscopico errore del difensore bolognese, staremmo parlando di una brutta Inter e dei soliti, irritanti, errori. Le dirette concorrenti vincono e giocano, tirano a porta, fanno più di un gol e spesso a prescindere dagli errori avversari: i nerazzurri avranno la forza per tenere testa a tutto questo? La sconfitta patita contro i viola è stata sintomatica: contro squadre appena più attrezzate della media di un campionato comunque scadente, l’Inter non è ancora in grado di competere a livello di gioco e spesso di individualità; contro squadre meno attrezzate, come il Bologna appunto, serve molta fortuna per uscirne addirittura vincenti. I tre punti sono serviti per restare a galla, a conti fatti, ma non devono far pensare a miglioramenti o grandi svolte: se va bene, ci si augura servano da sprone, da incentivo, per lavorare di più e meglio, con fermezza e meno nervosismo. Mancini, espulso sul finale per proteste, ha da schiarire le idee su uomini e schemi, c’è ancora da trovare la giusta quadra per far decollare il gioco. Le potenzialità, nonostante la prova mediocre contro il Bologna, ci sono; il tempo di ambientarsi per i nuovi ormai c’è stato. Una squadra che perde giocando bene da però molte più garanzie, alla lunga, di una squadra che vince giocando male, destinata a crollare sotto i colpi del tempo e delle avversarie che, appunto, giocando meglio, finiranno per prevalere e superarci.
Contro la Roma sarà un test determinante per capire dove possiamo arrivare e quali sono le nostre potenzialità. Senza false speranze e senza farsi illusioni, non c’è che da lavorare e pure tanto. Le vittorie di Pirro non portano da nessuna parte, si sa…e contro la capolista non si può sbagliare. Amala!
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