Settima vittoria per uno a zero e primo posto in classifica confermato. Mancini cambia ancora uomini e schema, ma il risultato resta quell’odiato, contestato, invidiato… uno a zero che ci fa guardare tutti ancora dall’alto in basso. La fortuna, è vero, aiuta gli audaci però e il mister non si può negare che osi. Fino ad ora ha avuto spesso ragione e nonostante qualche battuta d’arresto e qualche calo di rendimento non si può che constatare, a conti fatti, che abbia tenuto botta contro tutti. Contro i granata, del resto, è apparsa ancora un Inter a due facce, capace di annichilire i padroni di casa nel primo tempo e andare nel pallone nella ripresa. La conclusione dunque è che non ci si può sedere sugli allori, che i nerazzurri hanno ancora ampi margini di miglioramento e che intanto si vince, poi si comincerà a fare spettacolo, con calma. Avversarie più attrezzate è meglio lasciarle dietro a rincorrere che annaspare ad inseguirle.
Contro il Toro Mancini si schiera speculare agli avversari. 3-5-2 pulito, Icardi e Palacio avanti, confermati Nagatomo e D’Ambrosio esterni, Juan Jesus vicino a Miranda e Murillo. Al centro Medel, Felipe Melo e Kondogbia. Primo tempo da incorniciare: squadra corta, compatta, pressing e raddoppio, ripartenze veloci, gol su schema di un ottimo Kondogbia, insomma quello che si doveva fare, si è fatto. La ripresa è invece claudicante. Il Torino aggredisce, i nerazzurri si perdono un pò tra le nuvole e deve salire in cattedra ancora un Handanovic strepitoso. Mancini cerca di non dare riferimenti avanti, sostituendo i due attaccanti con Perisic e Ljajic, ma, complice il caldo anomalo e un terreno buono per piantare patate più che per il calcio, si fa comunque molta fatica. La vittoria finale si raggiunge con un sospiro di sollievo.
Fondamentale Handanovic. Ottimo Medel, mai domo. Bene Kondogbia, al suo primo gol in serie A, nel primo tempo, ma poi cala vistosamente. Palacio fa il suo dovere, Icardi ancora in difficoltà. Difesa quasi insormontabile, i numeri parlano chiaro. Bene gli esterni, si confermano anche sul campo. Felipe Melo reattivo, con Medel fa diga, nonostante il calo di prestazione coinvolga un poco tutti e due i reparti avanzati. Ora c’è l’ennesima, noiosa, pausa nazionali e poi si ricomincia con il Frosinone, squadra da non sottovalutare, soprattutto a livello mentale, per confermare i progressi visti e riprendere la corsa. La lepre non deve mai fermarsi, se no finisce male…
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