Napoli-Inter 2-1

Se abbiamo perso è solo perché nel calcio, per la classifica nuda e cruda, contano solo i gol fatti e chi ne fa di più. Dunque si, ancora una volta non siamo riusciti a espugnare il S. Paolo, ancora una volta gli errori difensivi contro i partenopei ci penalizzano oltremodo. C’è però da sottolineare la prestazione dei nerazzurri: se contro il Napoli c’era da dimostrare qualcosa, nel bene e nel male lo abbiamo fatto e siamo usciti dal campo da vincenti, onorando la maglia e la nostra storia, silenziando il “rumore dei nemici”, smentendo chi si ostinava a inventare che l’Inter non era squadra, che alcuni giocatori come Ljajic non erano all’altezza, che non c’era spazio tra le prime della classe e, dulcis in fundo, che eravamo solo fortunati. Reina e i tifosi azzurri sono ancora lì a ringraziare pali e santi vari… Tirando le somme: l’Inter perde punti e primo posto in classifica, ma da oggi, chiunque ci affronterà saprà di dover avere paura, che i nerazzurri stanno tornando al posto che gli spetta e che la fame c’è ed è pure tanta.

Mancini da fiducia a Nagatomo e D’Ambrosio sugli esterni, a centrocampo schiera Medel, Brozovic e Guarin, davanti Perisic e Ljajic e Icardi al centro. Pronti via e Higuain dopo due minuti si inventa il primo gol. Errore di Murillo e partita subito in salita. Il primo tempo è condizionato ovviamente da questo avvio fuori programma e, pur con qualche difficoltà a imbastire le azioni, i nerazzurri trovano la forza di tenere botta. A fine primo tempo l’espulsione di Nagatomo, molto discussa dalla panchina interista, sembra mettere una pietra tombale sulla partita. Il secondo tempo riserva sorprese: il Napoli si rilassa e, in dieci, i nerazzurri aumentano i ritmi e l’intensità di gioco. Morale della favola l’Inter, in dieci, è padrona del campo e mette paura ai padroni di casa. Mancini fa appena in tempo a buttare Biabany nella mischia, al posto di Guarin, che Higuain segna il secondo gol: secondo errore difensivo, questa volta in condivisione tra i due centrali. È finita? No, i ragazzi, se possibile, diventano ancora più aggressivi e con Ljajic si rimettono di nuovo in gara. Entra anche Jovetic, forse troppo tardi, ma giusto in tempo per dare il sigillo finale a un secondo tempo degno di un epopea: allo scadere del recupero in meno di due minuti, due pali. È il destino a metterci lo zampino. Tutto quello che c’era da fare, è stato fatto. Nessun rimpianto e a testa alta verso la prossima gara, è questo lo spirito giusto. Saranno stati pochi, al triplice fischio, ad avvilirsi: mai sconfitta fu più incoraggiante per il futuro.

Note dolenti: il primo tempo è stato viziato anche dalla pessima prestazione di Icardi, Guarin e Nagatomo. Si giocava in otto praticamente. L’arbitro ha espulso, per eccesso di zelo, il giapponese. Mancini ha tolto Icardi a inizio secondo tempo e Guarin strada facendo: finalmente eravamo solo uno in meno. Inutile dire di Icardi: il confronto con Higuain lo ha miniaturizzato. Forse c’era il rischio che si rovinasse l’ultimo tatuaggio, forse la squadra non gioca per lui, fatto sta che il suo rendimento si può ufficialmente definire mediocre e non solo per i pochi gol, ma anche per l’impatto che ha sulle difese avversarie. Guarin è partito male, nel secondo tempo più grinta, comunque poca lucidità. Nagatomo quando non è in giornata in genere finisce sostituito o espulso, lo sappiamo, buona la seconda: peccato che Mancini non abbia avuto molta lungimiranza. Per chiudere, peccato che la coppia Miranda-Murillo abbia scelto proprio questa gara per fare uno dei loro pochissimi errori, ma questo di certo non ne sminuisce il valore o la prestazione complessiva all’ombra del Vesuvio.

A esplodere in senso positivo sono stati invece Brozovic, Ljajic, Biabany e Perisic. Ognuno di loro ha dato un’impronta indelebile a questa gara e uno schiaffo morale a tutti gli scettici. Una base da cui ripartire con ottimismo. Ljajic, in particolare, è all’ennesima gara di alto livello: riscattarlo sarebbe una buona idea, così, giusto per dire…

Una sconfitta degna dunque, degna per la prova di carattere, per il morale e per il prosieguo del campionato, ottenuta comunque contro una squadra di alto livello, seria candidata allo scudetto, ma che al fischio finale ha tirato un grosso sospiro di sollievo insieme ai suoi tifosi, per averla scampata bene. A questo punto non resta che augurarsi che lo spirito messo nel secondo tempo, sia una costante per tutto il campionato e che con quei due pali sul finale di partita, si sia anche pagato il nostro tributo alla dea della fortuna, per lungo tempo.

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