Si continua a scivolare sempre più giù, come uno che prova ad arrampicarsi sul ghiaccio senza indossare i rampini che conserva nello zaino. In altre parole, pur avendone i mezzi per vincere, continuiamo a perdere punti nei modi più assurdi e soprattutto sciocchi. La magia e la fortuna delle vittorie per uno a zero non basta più e reiterate i soliti discorsi oramai può suonare stucchevole, se non addirittura una presa in giro. Mancini avrà grande carisma e idee meravigliose, ma delle due una: o la squadra non lo segue perché non in grado o per quanto meravigliose, queste idee si manifestano in modo confuso. Resta una certezza: l’Inter non sa far gol. Senza gol non si vince e si fanno figure barbine come contro la Lazio, il Sassuolo, l’Atalanta e infine il Carpi. Cambiando ripetutamente modulo e giocatori, il risultato non cambia: si segna a stento un gol, si sprecano le tante o poche occasioni e alla fine si subiscono beffe e sberleffi.
Contro il Carpi ennesima brutta figura, senza senso e irritante. Raccontare la partita diventa superfluo. La difesa fa un errore di troppo e, in dieci, gli ospiti passano allo scadere. Icardi si conferma in un periodo nero e il solo, encomiabile Palacio, non basta. Morale della favola scivoliamo al quarto posto e ci avviciniamo alla sfida di coppa con gli odiati nemici in condizioni psicofisiche pessime. Un altra eccezione come contro il Napoli appare oggi improbabile. Sarà il mercato a cambiare questo trend negativo? Mah…
Intanto Dodò, Guarin e Ranocchia salutano, mentre in entrata non si vede ancora nulla all’orizzonte, se non chiacchiere su Soriano, Eder e Lavezzi, quest’ultimo di certo non risolutivo per centrare la porta e fare gol, quei gol che oggi ci servono come il pane a prescindere dal gioco. Qualità in mezzo al campo ce ne è poca e i continui cambiamenti del mister confermano il sospetto che ancora si sia lontani dal trovare il bandolo della matassa.
Speriamo bene… Amala!