Handanović 6 – Probabilmente l’unico a salvarsi tra i nerazzurri. Ultimamente ciò accade troppo spesso ed è il caso che Mancini inizi a farsi due domande riguardo a ciò. Incolpevole sui tre gol.
Santon 4,5 – Dato per partente certo, il Mancio lo schiera a sorpresa. Durante il primo tempo lavora meglio nella fase offensiva che in quella difensiva anche se tenta comunque di darsi da fare. Con Perišić non si trova proprio e si vede. Sbaglia molti cross e, ciò giustifica appieno la grave insufficienza, regala un pallone tremendo da cui scaturirà la terza rete dei rossoneri.
Miranda 4,5 – Prestazione dignitosa nel primo tempo fino a che, come tutta l’Inter, perde totalmente la concentrazione (probabilmente durante l’intervallo) e si lascia scappare Bacca sul secondo gol, che sancisce la chiusura virtuale della partita.
Murillo 5,5 – Meglio rispetto alle uscite precedenti, è il più presentabile della nostra retroguardia.
Juan Jesus 4 – Perso il confronto sulla fascia sinistra con Honda, non esattamente un velocista. Assolutamente nullo in fase offensiva, è reo di perdersi sul primo gol Alex, che sovrasta Santon e segna l’1 a 0. Le altre due marcature rossonere arrivano poi dal suo lato. Ci si aspetta ben altro da chi indossa la gloriosa fascia di capitano nerazzurra, sia dal punto di vista della mentalità che del gioco.
Medel 6 – Il pitbull non ha colpe riguardo alla sconfitta nella stracittadina. Impostare non è il suo mestiere, ma corre molto e questo è già qualcosa, visto l’andazzo generale della Beneamata.
Brozović 4.5 – Va bene, è l’unico giocatore tecnicamente dotato in un centrocampo muscolare, però fa davvero troppa fatica a restare concentrato e compie moltissimi errori in fase di impostazione apparendo a tratti perfino svogliato. La sua visibile stanchezza lo porta a perdere una quantità massiccia di palloni nella seconda frazione di gioco, attirandosi le ire di tutti noi tifosi. Nel primo tempo predica nel deserto, nel secondo crea solo problemi.
Perišić 5.5 – Il solito compitino ma, se non altro, non sfigura se compariamo la sua prestazione a quella di molti dei suoi compagni. Nel secondo tempo rientra in campo ma non lo si vede mai davvero dentro al gioco, anzi, diciamo pure che sparisce. Ci si aspettava molto di più da questo giocatore ad inizio stagione.
(dal 78′ Felipe Melo sv – Non fa nulla, per fortuna nemmeno danni.)
Éder 5 – Entra bene in partita e appare in buona condizione, tuttavia pesano troppo le due occasioni sprecate durante la prima frazione di gioco (la prima su cross di Juan Jesus e la seconda che lo vede optare per un difficile passaggio piuttosto che per un più elementare tiro in porta). Speriamo possa darci una grossa mano in quello che ha proprio l’aria di essere un difficile girone di ritorno.
Ljajić 4,5 – Il nulla totale. Non pervenuto per tutto il match. Che abbia o no il pallone tra i piedi, non fa niente di utile alla causa interista. Svogliato, senza idee, mai in partita. Sembra di giocare con un uomo in meno. Il suo talento ci sarebbe davvero servito tanto in un match così difficile.
Jovetić 5 – Se non altro ci mette un po’ più di impegno rispetto all’amico e compagno di reparto Ljajic, ma, in ogni caso, non è mai decisivo. Poco attento ai movimenti (comunque scarsi, per dire la verità) dei compagni di squadra, spesso cincischia troppo inutilmente invece di optare per giocate più concrete ed efficaci.
(dal 64′ Icardi 5 – Pronti via fa ammonire Kucka per fallo di mano e, dopo qualche minuto, calcia a botta sicura trovando però contro di sé l’attento Donnarumma. Nel proseguo dell’azione guadagna un giusto rigore per un fallo subito da Alex, che meriterebbe peraltro il secondo giallo. Quando si accinge a battere il penalty sembra che debba salvare la situazione e smentire Mancini che l’ha lasciato fuori, ma stampa il pallone sul palo e dopo sparisce. Fuoco di paglia.)
Mancini 3 – Aveva promesso una reazione dopo la pietosa prestazione di Torino, invece arriva una disfatta forse ancora più umiliante. Assolutamente deleterie le scelte a sorpresa iniziali, soprattutto per quanto riguarda i terzini: un vero regalo ai cugini. Non sostituisce il disastroso Brozovic e, durante l’intervallo, non riesce per nulla a infondere ai giocatori la giusta carica per rimettere in piedi la partita, anzi: i nerazzurri rientrano in campo in versione- fantasma. La squadra non sembra poi mai capace di esprimere un gioco degno di questo nome, improvvisando i soliti lanci lunghi sperando nella giocata individuale dei singoli che, tuttavia, purtroppo, non arriva. Non basta. Perde la testa nel momento cruciale della partita facendosi espellere e abbandonando a se stessa la squadra quando questa ha più bisogno di lui, Non è finita. Durante l’uscita dal campo, provocato da alcuni (seppur pessimi) tifosi milanisti, dà loro la soddisfazione di rivolgergli il gesto del medio e, successivamente, imbeccato nella mixed zone dalla giornalista Mikaela Calcagno ai microfoni di Premium, le risponde in modo maleducato, fornendo così ampio materiale alla stampa per ricamare sopra queste cadute di stile e attaccare la nostra Inter. E’ vero che l’arbitraggio non è stato all’altezza come è vero che tifosi avversari e giornalisti giocano troppo spesso a destabilizzare l’ambiente, ma sappiamo tutti che chi allena l’Inter non può cadere così ingenuamente nelle provocazioni, in special modo dopo una sconfitta in cui non ne ha azzeccata una. C’è semplicemente da fare un bell’esame di coscienza a 360 gradi e lavorare sodo, molto sodo.
Amala
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