Inter-Seculin finisce uno a zero, il decimo della stagione, ma ben diverso dagli altri.
I nerazzurri offrono una prestazione finalmente degna del blasone e, seppur con i soliti patemi d’animo, portano a casa un risultato importante per la classifica e per il morale.
Fatti salvi gli ultimi dieci minuti da “pazza” Inter, dove i più hanno temuto per l’ennesima beffa, burla, delusione, figuraccia, chiamatela un pò come vi pare, la squadra ha ritrovato quella grinta e quella caparbietà che ne avevano contraddistinto la prima parte della stagione.
Nonostante un pressing disordinato, non sempre costruttivo, i nerazzurri hanno tenuto il pallino del gioco per circa ottanta minuti e per una volta le occasioni sono state innumerevoli: per una volta il risultato di misura non racconta la verità.
L’esordiente Seculin è riuscito a stoppare quasi tutti i tentativi dell’attacco interista che mai come stasera più volte è arrivato al tiro.
Mancini, stasera lontano dalle telecamere, al suo posto in panchina il duo inedito Nuciari-Sylvinho, schiera un trio “argentino” con Icardi, Palacio ed Eder che funziona sicuramente meglio del tridente slavo visto nel derby. A centrocampo Kondogbia con Medel e Brozovic hanno coperto bene la difesa e gli esterni Nagatomo e Telles sono riusciti spesso e volentieri a fare bene la doppia fase.
Miranda e Murillo si sono alternati in qualche leggerezza di troppo, ma entrambi sono riusciti anche ad andare al tiro, fermati dal portiere clivense. E’ mancata ancora una volta la qualità a centrocampo, il guizzo per servire nel modo giusto i tre attaccanti, stasera particolarmente in vena, in primis Icardi che, si spera non solo stasera, è apparso partecipe alla manovra e reattivo in area di rigore e sorvolo sulla traversa presa sullo zero a zero.
Palacio ed Eder hanno svariato sul fronte d’attacco garantendo imprevedibiltà e qualità. E’ stata un Inter piacevole da guardare, concreta, non bellissima, ma sicuramente confortante rispetto alle ultime uscite. L’augurio è che non sia stato un fuoco di paglia e che sia l’inizio di una nuova fase.
Il Chievo non è apparso un fulmine di guerra, ma sul finale ci ha fatto tremare e va detto che quel panico da fine partita resta sintomatico di una squadra comunque non serena e che ha perso molta della sicurezza che aveva acquisito nella prima parte della stagione.
A conti fatti ci godiamo una vittoria importante che ci tiene agganciati alla zona Champions e che tiene a distanza gli avversari che hanno recuperato terreno mentre noi facevamo macerie delle vittorie ottenute. La prossima gara sarà un altro passaggio determinante, incrociamo le dita.
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