In una gara che poteva essere determinante per arrivare allo scontro diretto con la Fiorentina con un leggero, ma “ricostituente” vantaggio, l’Inter sbaglia soprattutto lì dove ci aveva, più o meno, abituato meglio. La difesa a zona contro i centimetri degli scaligeri, ultimi in classifica, ma per niente armata brancaleone allo sbaraglio, diventa un vero e proprio suicidio e se a Mancini, questa volta, si vuol dare una colpa, forse è proprio lì che bisogna guardare. Paradossalmente proprio quando il mister nerazzurro conferma quasi tutta la formazione dell’ultima uscita, a eccezione di Felipe Melo al posto di Medel e di Juan Jesus al posto di Miranda per la squalifica di quest’ultimo, la squadra gioca anche bene, ma subisce molto più del previsto o del prevedibile. I primi otto minuti sembrano indirizzare la gara a senso unico e a favore degli ospiti e il vantaggio su colpo di testa di Murillo sancirebbe questo andazzo. Arriva invece la fiera degli errori a difesa che, con tre gol fotocopia, permettono ai gialloblu di ribaltare quasi clamorosamente tutte le previsioni a partita in corso. Solo la caparbietà e la forza di non mollare consentono di arrivare a un pari, divenuto improvvisamente prezioso, ma difficilmente digeribile per molti tifosi della Beneamata. Eppure a guardar bene, l’Inter non ha giocato male: prima di soccombere ha rischiato più volte di raddoppiare, addirittura di vincerla e anche di perderla, alla fine, vedi palo di Gilberto all’ottantaseiesimo.
Che abbia potuto pesare l’assensa di Miranda è una quasi certezza, considerati i gol come sono arrivati, così come buttare nella mischia un Felipe Melo spesso impreciso, troppo spesso nervoso, non ha giovato a un centrocampo che continua a faticare nel trovare le giuste geometrie per gli attaccanti. Questi ultimi, riconfermati in toto, hanno invece fatto una buona gara, al netto delle solite, irritanti, imprecisioni sotto porta, al momento decisivo. E l’Inter di quest’anno è tutta qua: scarsa capacità di fare gioco e servire gli attaccanti che a loro volta troppe volte sbagliano o, come accaduto nelle ultime gare, impattano e questa è pure sfortuna, contro portieri in giornata, come Gollini o pali e traverse che però fanno pure parte del gioco… La difesa ha retto bene nella prima parte di campionato, sopperendo a queste carenze strutturali o di lungo corso che dir si voglia, ma quando sbagliano anche sulle palle inattive, reiterando l’errore, allora qualche dubbio di troppo sale in gola e vien voglia effettivamente di urlare le cose peggiori e liberare la parte istintiva del tifoso che c’è in noi. Ebbene, questa volta si vuol guardare il bicchiere mezzo pieno: se non fosse stato per quei tre gol presi in modo irritante e sciocco, del Verona avremmo fatto un sol boccone, perchè rispetto alle partite giocate a Gennaio e a dispetto del risultato finale contro l’ultima in classifica, cosa che mortifica ancora di più i tifosi e credo anche i giocatori, si è vista un Inter in ripresa, caparbia, una squadra che ha tirato a porta quindici volte e che, udite udite, perchè i più non se ne sono resi conto, ha segnato ben tre gol in una partita e per di più in rimonta. Ora, è vero che alla fine contano i punti e che sarebbe stato meglio e doveroso vincere, ma se si vuol pensare in prospettiva e dimenticare per un attimo l’occasione persa, l’ennesima, c’è anche di che ben sperare. E il rumore dei nemici di mourinana memoria o la prostituzione intellettuale degli ultimi giorni, confermerebbero proprio questo: un Inter che sotto traccia si sta riprendendo e che potrebbe quindi dar fastidio a molti, suscitando così i soliti, ultimi, polveroni mediatici dove si racconta di tutto e di più.
Se Palacio ed Eder cominciano a segnare, il primo assolutamente encomiabile, il secondo ancora da registrare nel gioco nerazzurro e Icardi continua a partecipare al gioco come troppo spesso non faceva negli ultimi tempi, le cose possono migliorare. Il centrocampo è quello, si può solo sperare nella crescita di Kondogbia che deve giocare per migliorare e di Brozovic che comunque non è un regista e si vede. Ripescare dalla naftalina Gnoukouri non sarebbe male, vista la situazione. La difesa con Miranda è sicuramente meglio, nonostante le prove altalenanti di Murillo e degli esterni che a turno fanno bene o male, a prescindere da chi giochi: Nagatomo meglio di Telles questa volta. Bene Perisic che si fa trovare pronto, incolpevole Handanovic sui tre gol, male Juan Jesus che come centrale è noto dai tempi di Mazzarri e male anche Felipe Melo: già ammonito a metà primo tempo, non fa tesoro dei suoi recentissimi errori e fa tremare Mancini che lo lascia negli spogliatoi a sbollire dopo i primi 45′.
Non resta che sperare che i flebili miglioramenti intravisti (?) tra le nebbie della gara di Verona non siano fuochi di paglia, ma reali e consistenti. Intanto è notizia di oggi che con due gol di Manaj, la Primavera è di nuovo in finale di Coppa Italia: almeno una formazione nerazzurra mantiene alti i fasti del blasone, in attesa dei “big”…
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