Partiamo male e finiamo malissimo. In mezzo tanta Fiorentina, molto Mazzoleni, un pò di Palacio e Handanovic e poi il nulla. I viola pronti via azzannano i polpacci, aggrediscono, pressano, creano occasioni e sfiorano più volte il gol. Handanovic e Telles ci mettono una pezza, Palacio prova a suonare la carica e, fuori da ogni previsione, a partita avviata, arriva il gol di Brozovic. Una bella azione, un vantaggio immeritato. Mazzoleni arbitra male e finirà ancora peggio. I nerazzurri chiuderanno la gara in nove con un’espulsione inventata di Telles e quella a fine gara di Kondogbia che non riesce a trattenere l’ironico applauso dopo un finale di gara da comiche: raccattapalle svaniti nel nulla, un recupero perso tra polemiche e falli, insomma una chiusura di gara degna del periodaccio nerazzurro. La partita di stasera doveva dare lo sprint per il terzo posto, obiettivo ancora potenzialmente credibile, ma ha invece palesato tutti i limiti di gioco e giocatori. La pressione per ottenere questo risultato sarà indubbiamente fortissima, quanto influisca non si può misurare, ma di sicuro non aiuta a mostrare in campo qualcosa di decente. Nelle ultime due gare, col ripescaggio di Palacio dai fondi della panchina, l’attacco sembra avere qualcosa in più da dire, mentre Eder stenta ancora ad adattarsi, ma, nel frattempo, crolla la difesa, punto di forza della prima parte di stagione: in poche parole, l’Inter non ha un gioco, procede a tentoni. Lo si può vedere quando prova a fare pressing e ognuno va per i fatti suoi, quando si difende in modo passivo e distratto, quando attacca e l’ultimo passaggio diventa un miracolo se fila dritto, quando giochi contro squadre ben organizzate che ti surclassano nella qualità del gioco e, alla lunga, nei risultati. Come è successo stasera.
Il risultato finale ci consegna dunque un Inter brutta, certamente sfortunata, con qualche accenno di miglioramento nella fase d’attacco, come già visto contro il Verona, ma complessivamente mediocre in qualità e quantità. La posizione in classifica al momento è sicuramente più veritiera di quella che avevamo due mesi fa, pazienza, era prevedibile, ma la domanda che nasce spontanea è: quanto tempo ancora dovrà passare prima che Mancini riesca a dare un gioco riconoscibile alla squadra per poi così provare a vincere qualche gara e ottenere i risultati preventivati? Perchè qui si vede l’evoluzione, minima, di una fase di gioco, ma nel contempo anche l’involuzione di altre fasi che prima funzionavano… in sostanza c’è una sorta di caos organizzato che con quel pizzico di sfortuna che ha preso il posto della fortuna avuta a inizio campionato, non può che vederci alla lunga sconfitti e perdenti.
Stasera solo Palacio e Handanovic si salvano: i centrali traballano ripetutamente, Nagatomo si accende a intermittenza con lunghe pause tra un’accensione e l’altra, Telles fa il possibile, ma non sfonda; il centrocampo è una pozzanghera più che una diga e come già si è avuto modo di dire, risulta la parte più disconnessa e claudicante della squadra, a prescindere dagli interpreti; Eder evanescente, meglio Perisic, Icardi fa quasi tenerezza nel vederlo fare pressing da solo e poi attendere invano palle decenti da giocare. A -4 dal terzo posto, ormai è più preoccupante il Milan che ci sta sul collo che gli scontri diretti per risalire la china: con questo non-gioco è dura, senza un colpo di fortuna, fare punti.
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