Cala il sipario sul campionato di serie A e l’Inter chiude con l’ennesima figuraccia. Sconfitta irrilevante ai fini della classifica, con un quarto posto già consolidato, meno amara se si pensa alle conseguenze per i rossoneri in caso di sconfitta in finale di Coppa Italia, ugualmente deprimente per come è arrivata, tra errori arbitrali e cali di concentrazione evidenti ed eccessivi, sicuramente poco professionali. Da sottolineare l’esordio di Radu e Della Giovanna, da stigmatizzare tutto il resto. Al netto di un gol regolare annullato a D’Ambrosio (il possibile 3-2) e all’inutile espulsione (l’ennesima) di Murillo, i nerazzurri hanno comunque meritato la sconfitta. Non c’è da aggiungere molto di più a quanto detto nel corso del campionato, sulla mancanza di personalità e di continuità della squadra. Mancini chiude con l’ennesima delusione e probabilmente rifletterà sul futuro e sulle reali possibilità che un mercato limitato dal fair play finanziario possa far sì che l’anno prossimo gli rimetta tra le mani una squadra rinforzata e competitiva. Un’eventuale chiamata della federazione per la Nazionale potrebbe cambiare le carte in tavola velocemente.
Non si è vista certo una squadra dal carattere ben definito o con un gioco adeguato ai protagonisti in campo e di questo e delle 35 (?) formazioni diverse viste scendere in campo quest’anno, si dovrebbe tener conto. Delle due l’una: o Mancini non sapeva che pesci prendere o la squadra è/era talmente inadeguata che si è fatto un miracolo ad acciuffare la medaglia di legno. Le lamentele di Jovetic e Handanovic, ingiustificate davanti ai microfoni, non depongono certo a favore di chi pensa che la squadra avesse carattere e maturità: se ti secca stare in panchina pure quando giochi male o pensi di essere esente da responsabilità per la mancata qualificazione in Champions, hai qualche problema ad essere obiettivo.
Molti giocatori hanno o avevano poca esperienza in serie A o nessuna e questo li giustifica in parte per questo campionato. Molti hanno giocato al di sotto delle loro possibilità. Pochi, senza possibilità di influire concretamente, ci hanno messo il cuore, ma sono rimasti isolati. Alla fine, tra mille difetti, diverse partite sbagliate ed errori arbitrali, i nerazzurri sono riusciti a conquistare un quarto posto, la qualificazione in Europa e una semifinale di coppa Italia. Nell’era post-Triplete è il meglio fin qui ottenuto. Il rimpianto esiste per lo sprint che per lungo tempo ci ha tenuti alti, troppo alti, in classifica, ma soprattutto per l’occasione, a quel punto, persa, di fare un vero miracolo. A conclusione dei giochi, invece, come è giusto che sia, abbiamo ottenuto quello che meritavamo e, razionalmente, va bene così. Quello che preoccupa e che rende amaro un risultato comunque degno, è quello che si è visto in campo da gennaio in poi, quando la buona sorte ha cambiato strada: troppo spesso senza personalità o carattere, troppo spesso in balia dell’avversario e incapaci di sfruttare le poche occasioni da gol. Un mix di carenze tecnico-tattiche e caratteriali difficile da gestire e da risolvere in corso d’opera, ma anche poi (cioè da ora in poi…). Da qui i timori per il futuro che prevalgono sull’apprezzare il presente e il risultato finale.
Una volta certi che Mancini rimanga al timone (se si deve cambiare, almeno speriamo si faccia presto), si spera che il mercato diventi funzionale a risolvere quei problemi ai più evidenti. Al netto delle favole che racconteranno i giornali nei mesi estivi, l’augurio è che si riescano a fare gli innesti giusti per dare testa e piedi buoni a una squadra ancora grezza e da modellare, una squadra che sappia giocarsi ogni gara, anche l’ultima contro il Sassuolo, come fosse una finale: con grinta, personalità e testa.
A questo punto, senza perderci in ulteriori chiacchiere, vi saluto dopo un altro anno passato insieme (tra gioie e dolori, Inter eterno amore) e vi do appuntamento alle prossime gare ufficiali, in attesa di un mercato sfavillante e dell’arrivo dei campioni giusti per vincere, di nuovo, tutto! Nel frattempo buon Europeo e buone vacanze (quando sarà e se sarà!).
Amala.