Nella nebbia di S. Siro, un Inter in pieno caos tattico riesce a superare un ottimo Genoa e a ritrovare la vittoria in campionato. Un gol per tempo, entrambi di Brozovic, rilanciano i nerazzurri in classifica, ma senza entusiasmo e senza entusiasmare: troppe le figuracce patite in questa stagione per ritrovare fiducia e speranza nel futuro in un colpo solo, giocando per di più comunque male.
Pioli sta lavorando tanto, si vede, ma le difficoltà a farsi seguire da giocatori che hanno dimostrato ampiamente di avere problemi a gestire e applicare le indicazioni tecniche dell’allenatore, continuano ad essere evidenti. La nota positiva, tant’è che nonostante tutto è arrivata comunque una vittoria, è stato vedere i giocatori in campo correre e dare tutto fino alla fine della gara: questo è sicuramente un aspetto da sottolineare in prospettiva futura. Dunque, pur continuando a mostrare una mancanza generale di solidità e di chiarezza tattica, l’Inter prova a rimettersi in carreggiata e i tifosi si possono accontentare, per ora, di tre punti importanti.
Pioli schiera la difesa a tre, già provata nell’ultima gara di Europa League, con Brozovic e Joao Mario a centrocampo e Palacio ed Eder dietro Icardi. In campo non si capisce niente e le sfide sulle fasce diventano fondamentali per sbloccare la gara. Candreva e l’ex Laxalt lottano per tutta la gara, Icardi e Burdisso battagliano, Nagatomo ci prova, ma non riesce, nel primo tempo, a spingere mai come Pioli avrebbe voluto.
Mentre la curva Nord resta silente per i primi quarantacinque minuti di gioco, lanciando un messaggio chiaro a società e giocatori, sottolineando ancora una volta la scarsa voglia di sacrificio di questi ultimi, il centrocampo nerazzurro e l’attacco fanno un’evidente fatica a capirsi e a fare i movimenti giusti. Nel secondo tempo Felipe Melo prende il posto di un ectoplasmatico Eder e la squadra sembra un pò più quadrata.
Il vantaggio acquisito nel primo tempo aiuta a gestire la gara, ma a conti fatti tra Handanovic e almeno un paio di interventi fondamentali di D’Ambrosio, i nerazzurri continuano a correre rischi. Il secondo gol di Brozovic annichilisce un Genoa che almeno fino al 69′ aveva continuato a crederci, arrivando a sfiorare il pareggio in più occasioni.
Brozovic – In difficoltà, soprattutto nel primo tempo, a mantenere la posizione, quando ha la possibilità di far male non sbaglia. Almeno i due gol e i conseguenti tre punti possono dirsi “epici”.
Joao Mario – In estrema difficoltà a incidere sulla gara nel primo tempo, facendo il paro con Brozovic, nel secondo, spostato a fare il regista con Melo alle spalle, rende molto di più. In ripresa.
D’Ambrosio – Partita difficile e molto dispendiosa. Chiamato a fare il suo lavoro a difesa, fa anche gli straordinari e leva almeno in due occasioni, letteralmente, il pallone dalla porta. Presente.
Eder – Non pervenuto.
Palacio – Fa fatica a tenere il ritmo partita, ma aiuta in fase difensiva più del compagno di reparto.
Icardi – Lavora per la squadra, pressa, fa reparto a tutto campo. Troppe volte i compagni ritardano o sbagliano l’ultimo passaggio, a volte è lui a non muoversi nel modo giusto. Non segna, ma lascia il segno. Meglio di niente.
Pioli – Sta cercando di trovare la quadra. Prova diversi schemi, si corregge in corsa, sicuramente è riuscito a ottenere un impegno lungo almeno tutta la partita e già è un passo avanti. La speranza è che, in un modo o nell’altro, faccia filare i giocatori. Se continuano ad arrivare i risultati, i suoi sforzi potrebbero essere ripagati. Quello che è certo è che a fronte di un lungo periodo negativo, con i giocatori messi in cima alla lista dei colpevoli, godrà a lungo di fiducia e credito da parte dei tifosi. Al momento opportuno anche Gabigol, tanto acclamato, avrà la sua occasione, vera.
Curva Nord – Dopo aver disertato la gara contro lo Sparta Praga per protesta, si ripete in una modalità più soft. Gli striscioni esposti sono però chiari ed espliciti. A Pioli la frusta, ai giocatori la gogna. La risposta in campo, nonostante il caos, c’è stata. Ora bisogna vedere se ci sarà continuità. Bello l’applauso a Pandev, l’ex di lusso, testimone di un tempo che fu….