Troppi errori in una partita cruciale, come tutte quelle rimaste del resto, per la corsa al terzo posto. Sarà stato un eccesso di sicurezza, un momento di cedimento, fatto sta che dallo stadio granata i nerazzurri escono con un misero punto e restano a otto lunghezze dal Napoli (la terza). Con nove partite ancora a disposizione nulla è ancora definitivo, ma di sicuro il distacco diventa quasi proibitivo. Nulla di eclatante se si pensa alla infelice prima parte della stagione, nemmeno tanto consolatorio visto però il rendimento dell’era Pioli e le potenzialità finalmente mostrate, seppure in modo troppo discontinuo.

Nella gara post Atalanta i nerazzurri appaiono troppo superficiali rispetto alle ultime uscite: vengono a mancare in precisione e lucidità in particolare i centrocampisti che fanno molta fatica a imbastire il gioco e a superare le difese messe in atto dai padroni di casa. Pioli conferma l’undici visto a Bergamo, ma deve rinunciare a Medel nel secondo tempo, vittima di risentimento muscolare, al suo posto si rivede Murillo. Gagliardini appare in calo, Banega non è quello visto nelle ultime due gare, Perisic e Candreva sono in difficoltà nel superare i diretti avversari senza palloni giocabili. Kondogbia da solo non può fare molto e, senza splendere, resta l’unico a ravvivare saltuariamente il gioco interista. Quando entra, Eder si mostra invece in buona vena, ma non riesce a concretizzare, mentre Brozovic che rileva Kondogbia non ha il tempo per entrare in partita.

Il gol nerazzurro è opera di un’azione personale di Kondogbia e figlio di un erroraccio del portiere avversario, colpevole anche sulla seconda segnatura nerazzurra, ma protagonista nell’impedire ai nerazzurri di segnare il gol vittoria. Bastano pochi minuti al Toro e un altro erroraccio, stavolta in area interista, riporta in parità la gara. Nel secondo tempo Acquah si inventa un super gol e l’Inter deve cominciare a macinare gioco per acciuffare il pari con Candreva e ancora su errore granata. Nonostante le occasioni, i nerazzurri non appaiono in gran spolvero e non riuscendo a concretizzare, pur avendo col passare dei minuti una superiorità atletica, si devono accontentare alla fine di un pareggio amaro per quello che significa in prospettiva. La pausa nazionali arriva forse al momento giusto per raccogliere le idee, le forze e prepararsi al rush finale, sperando nelle vittorie proprie e, purtroppo, un pò anche nelle sconfitte altrui.

Resta il rammarico per i punti persi, ma giocare con l’obbligo di vincere sempre e per forza, pena il fallimento totale di una stagione, ha il suo peso, non c’è dubbio.

Ancora sfortunati anche per quanto riguarda l’arbitraggio, ma non ha molta rilevanza a fronte di una prestazione sottotono e con diversi giocatori apparsi appannati, poco lucidi nella gestione del pallone. Resta il rammarico per i punti persi, ma giocare con l’obbligo di vincere sempre e per forza, pena il fallimento totale di una stagione, ha il suo peso, non c’è dubbio. D’altro canto questa squadra ha dimostrato di essere in grado di far fronte alle difficoltà e dunque in prospettiva anche partite come queste saranno utili per crescere e migliorare. L’idea di concludere questo campionato con un posto in Champions appare da tempo improbabile, ma col tempo ha smesso di sembrare impossibile. Quanto meno c’è un pò di sale su questo finale di campionato nato storto e proseguito peggio. Più che vincere, è però necessario convincere, per mettere le basi affinché il prossimo non sia un altro, l’ennesimo, campionato mediocre, non da Inter.

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