Ebbene si, poteva andare peggio. Poteva anche andare meglio però, a conti fatti. Dopo cinque giorni di ritiro i nerazzurri non sono apparsi certo dei fulmini di guerra o arrabbiati e vogliosi di riscatto, questo è fuor di dubbio. I giocatori del Napoli potevano fare e hanno fatto un pò come gli andava di fare. In sostanza l’Inter era in balia degli ospiti, per scelta si dirà poi, per necessità e impotenza aggiungeremmo noi. Fatto sta che dopo un primo tempo all’arrembaggio gli azzurri di Sarri quasi si stavano arrendendo, temporaneamente, al muro friabile, ma resistente dei nerazzurri, non fosse stato per il dono di Nagatomo, in Giappone si sa, l’ospite è sacro, che ha dato il via ad un’altra gara nella ripresa. Quasi impossibile recuperare gol al Napoli? No, assolutamente. Perisic e Candreva ci provano, ma per fare il paro con Nagatomo, sfoderano tiracci o tiretti, eppure le chances di tirare a porta non è che abbondano… ottimizzare non è verbo noto quest’anno in casa Inter. Conclusione: il Napoli ha fatto la sua partita tutta in attacco, lotta per il secondo posto del resto, l’Inter si è chiusa dietro nella speranza di pungere in ripartenza, ma l’harakiri, è proprio il caso di dirlo, a fine primo tempo, ha chiuso i giochi velocemente e ha consegnato alla storia l’ennesima sconfitta di quest’anno. Due punti in sei partite. Ruolino di marcia da piena retrocessione, peggio delle ultime in classifica. Le incognite per il futuro aumentano.

L’Inter si è chiusa dietro nella speranza di pungere in ripartenza, ma l’harakiri a fine primo tempo, ha chiuso i giochi velocemente.

Pioli ha dovuto fare a meno di Miranda e Perisic, sostituiti da Murillo ed Eder. Nella ripresa ha sfidato la sorte impiegando comunque il croato, subentrato a Joao Mario, mentre anche Murillo, uscito a pezzi, letteralmente, dalle battaglie con gli attaccanti partenopei, è dovuto uscire anzi tempo, sostituito da Andreolli. Eder è stato rilevato da Banega.

Handanovic – Le prende tutte, tiene in gioco la squadra fino alla fine. Non può far nulla sul riuscito tentativo di suicidio di Nagatomo.

D’Ambrosio – Corre, sale, scende. Cerca di dare il suo contributo. Non sarà un fulmine di guerra, ma è tra i pochi a non mollare quasi mai.

Murillo – Rilanciato dall’infortunio di Miranda, fa bene il suo dovere finchè può. Tra crampi e ferite alla testa, è costretto all’uscita anticipata. Prova sufficiente.

Medel – Si riscatta dagli scempi di Firenze, ma cala vistosamente nel secondo tempo. Non è al meglio e si vede.

Nagatomo – Dite la verità… vi eravate dimenticati delle sue “magie” estemporanee eh?! Non fosse per l’harakiri, la sua partita non risulterebbe meno modesta dei compagni di reparto, Callejon intanto ancora ringrazia…

Brozovic – Almeno questa volta sembra concentrato su quello che fa. Serve a poco, non gira il centrocampo nerazzurro…

Gagliardini – Più lento del solito, spesso va in difficoltà o viene messo in difficoltà anche dai compagni. La giovane età lo preserva da giudizi più severi e l’aver lasciato l’Atalanta che viaggia verso la Champions per andare all’Inter più misera degli ultimi quindici anni, è già punizione sufficiente…

Candreva – Fa mille cross, corre come un dannato, copre e quando può riparte. Alla fine sembra sempre poco, perchè non ne viene fuori nulla di buono o di concreto.

Joao Mario – Ah c’era pure lui…

Eder – Meglio un Perisic zoppo o un Gabigol depresso, di un Eder a mezzo servizio. Per Pioli non è così e allora amen. L’attaccante cerca di aiutare in difesa, visto che il Napoli è sempre in pressione, ma non lo fa con costanza e quando si potrebbe ripartire, fa molta fatica. Non è il suo ruolo.

Icardi – La buona volontà c’è tutta, ma se tocca due volte il pallone è pure troppo. Per nulla aiutato dai compagni, non riesce a dare un qualsivoglia contributo, se non quando si tratta di spezzare le trame del Napoli in fase di costruzione. Inutile buttargli la croce addosso.

Pioli – Dopo una settimana di ritiro ci si aspettava un pò di coraggio, qualche cambiamento di schema o di uomini, così, anche solo per rendere tutto più intrigante e invece no. Solita squadra, solito gioco di rimessa di fronte all’avversario “troppo forte per” e, oramai, solita sconfitta. Difficile anche difendersi nel post partita e difendere le scelte ormai sempre uguali e sempre dagli stessi esiti. Intuibile che anche lui abbia tirato i remi in barca: si può immaginare la delusione da allenatore e da tifoso nerazzurro dopo essere arrivato a un passo da un finale di campionato sugli scudi e degno di essere vissuto, per poi ritrovarsi nel fango della mediocrità e dell’ignavia, trascinatovi da giocatori ormai già in vacanza. Peccato, c’è rammarico per come sarebbe potuta essere e come è andata.

 

Leggi l'articolo completo
Published by
newsystemsrl