Tanto rumore per nulla, ecco la sintesi del campionato nerazzurro. Si finisce con una vittoria sonante, una vittoria rinfrancante, una vittoria inutile, una vittoria che sa di scherno per certi versi. L’Inter scende in campo con un buon piglio e dopo cinque minuti è già in vantaggio con Eder. Perisic, motivato dalla notizia della sua cessione, è un diavolo sulla fascia e spariglia la gara senza mezzi termini.
Inafferrabile, prima fa segnare poi segna lui. Nel giro di mezz’ora circa, il tre a zero di Brozovic parla da solo. I friulani, già con pinne, fucile ed occhiali, non si sprecano più di tanto, fanno confusione persino nelle posizioni da tenere, ma con gli infradito, si sa, è dura correre. Zapata quasi a forza è comunque costretto ad avere almeno tre palle gol, nonostante i nerazzurri siano belli pimpanti, ma solo nel recupero del secondo tempo arriva a siglarlo, quando oramai le birre sono ghiacce e i gelati pronti. Dal canto loro, gli interisti, mai domi, dribblano ombrelloni e secchielli e nel secondo tempo segnano ancora. Dopo Brozovic è la volta ancora di Eder, in cerca di rivincite e sul finale, scivolando sul bagnasciuga, arriva il quinto, autogol di Angella.
Una partita insomma ottima per l’almanacco, per le statistiche.
Si chiude con una cinquina, in grande spolvero, in barba a un campionato giocato sotto tono, in modo dimesso e senza tanta vergogna. Le note salienti della gara sono: 1) l’addio di Palacio e Carrizo; 2) l’esordio di Sainsbury; 3) il pugno duro della società con chi ha “sbagliato” ed è corso anzi tempo negli spogliatoi.
L’addio a Palacio e Carrizo è fatto con sincero dispiacere. In tempi tristi e indecorosi per la Beneamata, entrambi si sono distinti per abnegazione, professionalità, dignità e silenziosa maturità. A livello umano, perdiamo in un colpo solo quasi la totalità dei professionisti vecchio stile che avevamo in rosa. Un vero peccato, ma tanta tanta fortuna a entrambi e che possano ancora avere soddisfazioni negategli in nerazzurro.
Sainsbury, questo oggetto misterioso… Farlo giocare prima no?! A vederlo pure per pochi minuti non avrebbe fatto rimpiangere i “titolari” che hanno “retto” il muro difensivo in quest’annata da dimenticare. Da non buttare via anzitempo insomma.
All’ultima di campionato la società si rammenta di essere severa con chi sbaglia. Interessante. Sarà così da ora in poi o solo per quest’ultima di campionato, giusto per infierire su Gabigol e non alimentare l’ennesima polemica gioca-non gioca?! Ben inteso, non è che deve giocare per forza, ma considerata la scarsa attenzione dedicata fino ad ora alle intemperanze più o meno visibili dei giocatori, sembra più una scusa per non alimentare l’annosa diatriba sul giovane brasiliano prima comprato e poi scartato piuttosto che una reale misura disciplinare. Vedremo nel prossimo futuro.
Fine campionato dunque, si tirano le somme: che schifo. Finita la somma. Ora ci vivremo la telenovella Spalletti per qualche giorno e poi via con i fiumi di parole sul calciomercato, sui vari Nainggolan, Rudiger, Di Maria, Oriali viene, non viene, etc. etc. Con la nuova maglia già svelata, già definita codice a barre (in tv però rende meglio del previsto eh), un Perisic in partenza e una panchina da riassestare, se ne faranno di chiacchiere. Sarà poca roba però: ad agosto il tempo delle chiacchiere sarà ampiamente finito, in tutti i sensi però.
Con immutata nerazzurrità, un saluto va a Totti, nemico di mille battaglie per un quarto di secolo, un’altra bandiera ammainata in un calcio sempre più mercenario, dove ci si riempie la bocca di storia e glorie passate, ma poi in campo non si corre, non si sente il bisogno di impegnarsi, di sudare per difendere e accrescere quella storia. Contano i soldi. Allora salutandovi e dandovi l’arrivederci a presto, l’augurio che voglio fare alla nostra gloriosa squadra è che prima dei campioni, prima dei numeri, prima del FPF, in questa estate che già si preannuncia calda, caldissima, possa trovare prima di tutto uomini: uomini che diano il cuore in mezzo al campo come fanno i bambini sull’asfalto col super santos, uomini che al di là del risultato in corso e degli obiettivi da rincorrere, mantengano sempre alto il loro nome e quello della squadra con un comportamento degno, dignitoso, serio, professionale. Uomini che mettano avanti a macchine e orologi, il loro lavoro, il loro bellissimo lavoro e che sappiano pesare la fortuna che hanno avuto di poterlo fare.
Amala. Sempre. Buone vacanze e, ahimè, al prossimo campionato (che stare senza è dura!!).
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