Ben ritrovati a tutti noi nerazzurri! Si ricomincia. Si ricomincia con un felice luogo comune: buona la prima, chi ben comincia è a metà dell’opera. L’esordio di Spalletti e della nuova Inter 2017/2018 è di quelli che fanno certamente ben sperare e infondono fiducia.
Si ricomincia con un felice luogo comune: buona la prima, chi ben comincia è a metà dell’opera.
Il giudizio sulla partita è positivo chiaramente, sia per il risultato che per il gioco espresso per quasi tutti i novanta minuti. Per ovvie ragioni è inutile al momento andare oltre una valutazione complessivamente positiva. Si attendono conferme. La mano del mister c’è, si vede e i giocatori per ora sembrano seguirlo. Il primo tempo i nerazzurri sono esplosivi. Annichiliscono gli avversari, vanno in vantaggio dopo solo 6′ minuti su calcio di rigore, convalidato dalla VAR (?!?!…ne vedremo delle belle…) con Icardi che poi raddoppia con un bellissimo gol di testa su cross di Perisic. Nel secondo tempo i viola ci provano, ma il massimo risultato si concretizza in un palo interno a portiere immobile. Arriva il terzo gol, di Perisic, su cross di un Joao Mario apparso in grande forma e la partita finisce un quarto d’ora prima. Buona la prestazione anche di Candreva, Nagatomo, Miranda. Esordio in nerazzurro di alto livello per i nuovi centrocampisti ex-viola e per il centrale Skriniar, oramai già parte integrante dell’undici titolare.
Unica nota stonata è l’insicurezza. Il timore è che, come l’anno scorso, per citare una hit estiva di qualche anno fa, si possa trattare di un fuoco di paglia. Le prestazioni dell’anno scorso hanno lasciato questo strascico. Per acquisire fiducia da parte dei tifosi e certezze, non basterà una vittoria a inizio campionato contro una Fiorentina ancora acerba. Le attese, le speranze e qualche preconcetto necessitano di prestazioni, badate bene, prestazioni, non vittorie a tutti i costi, costanti e rassicuranti. A tagliar corto, non basta questa vittoria a scacciare i fantasmi del passato, ma aiuta certamente a guardare al futuro, ancora una volta, con fiducia. Complice di questa incertezza è stato certamente il mercato fatto fino ad ora. Le promesse di una campagna acquisti da “asso pigliatutto”, l’idea che sarebbero stati inseriti grandi giocatori, campioni già fatti, sono state tutte o in parte disattese. Grosso modo l’Inter di quest’anno è la stessa dell’anno scorso e questo, per l’appunto, non aiuta a rinnovare la fiducia a scatola chiusa. Ceduti Medel, Murillo e a un passo dal prestare (regalare?) Gabigol, non molto altro è cambiato. Resta ancora uno scampolo di mercato però e dunque sull’argomento ci torneremo a bocce ferme e tireremo le somme. Quello che è certo fin da ora, è che il più grande acquisto di quest’anno era ed è rimasto quello di Spalletti, allenatore serio, capace, determinato, lui si che infonde fiducia e il precampionato non ha tradito le attese. Le sue mimiche facciali durante la gara diventeranno epiche. La vittoria sulla Fiorentina, al netto delle solite premesse sull’inizio campionato, è risultata brillante, soddisfacente, senza ombre. Icardi e Perisic in gran spolvero, Joao Mario, entrato nel secondo tempo, dirompente, Handanovic la solita certezza e così via. Spalletti non fa esordire tutti i nuovi acquisti, Dalbert resta in panchina, ma rilancia addirittura Nagatomo e Brozovic, insieme ai neoacquisti Borja Valero, questo si un grande acquisto, Vecino, ottimo giocatore da vedere alla prova del nove e Skriniar, difensore centrale arrivato tra mille dubbi e qualche fischio, rivelatosi pronto per una grande e da subito titolare inamovibile, al punto da poter cedere Murillo senza fare una piega, almeno dal punto di vista tattico. Sulle chiacchiere e i nomi fatti fino ad ora e in queste ultime ore glissiamo amabilmente. Lo “scambio” Kondogbia-Cancelo sarebbe oramai chiuso e ben venga. Su Schick aspettiamo l’evolversi degli eventi. Sul fatto che in estate avremmo fatto i botti di mercato e adesso è diventato “a gennaio faremo i botti di mercato”, stendiamo un velo pietoso. Per fortuna il problema più grande dell’Inter non era legato alle qualità tecniche, ma a quelle mentali. Gli aggiustamenti in difesa e a centrocampo erano necessari e ci sono stati. Attendiamo per i restanti aggiustamenti in attacco, sulle fasce, etc. etc.
Vale la pena sottolineare gli striscioni di ringraziamento per Pioli, meritatissimi, che il destino ha voluto subito contro il suo recente passato. A lui non resta che augurare un gran campionato, oramai avversario, dal cuore nerazzurro.
Amala.
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