Atipica (Crisi) Inter

Metti che arriva la pausa di campionato e arriva accompagnata da una beffa, seppur meritata, al novantesimo, aggiungici che i punti nelle ultime 4 sono solamente 2, che un Milan praticamente inesistente ci ha eliminati dalla Coppa Italia, che la rosa si è dimostrata più corta e lacunosa del previsto e, per non farci mancare nulla, butta nel pentolone anche il nervosismo di Spalletti e le parole di capitan Icardi nel post partita del Franchi, condite tutto con l’impossibilità di concludere trattative a titolo definitivo, et voilà, la classica #crisiinter di metà inverno è servita.

Tradizione vuole che, una volta caduta nell’oblio, la squadra di Spalletti non sarà più in grado di reagire, sprofondando in una crisi d’identità che vivrà il suo culmine in primavera, momento in cui si avvierà, malinconica, all’ennesimo finale di stagione opaco e senza obiettivi. Questa volta, però, facendo i dovuti scongiuri, c’è da tenere conto di alcuni presupposti che fanno, almeno per il momento, sperare che la #crisiinter non abbia la sua naturale evoluzione.

Innanzitutto la situazione di classifica: arrivare alla pausa invernale terzi è qualcosa che in pochi avrebbero dato per scontato, inoltre, Roma e Lazio, le nostre avversarie dichiarate, per quanto apparentemente più complete e rodate di noi, non annoverano certo tra i loro vezzi quello della costanza, quindi, con l’arrivo a febbraio degli impegni di coppa sperare in alcuni loro passi falsi non sarebbe utopia.

Il secondo fattore ‘’rassicurante’’ sono proprio i pareggi con Lazio e Fiorentina: nel recente passato interista, ahinoi, dopo tre atroci sconfitte, affrontare in piena emergenza psico-fisica la diretta rivale alla qualificazione Champions ed una trasferta come quella di Firenze sarebbe significato morte certa; per carità, l’Inter vista nelle due uscite è inequivocabilmente da etichettare come pasticciona e senza idee, ma il non aver ceduto definitivamente a livello difensivo in entrambi i match lascia ben sperare in vista della ripresa del campionato.

Questo aver mantenuto almeno la tenuta difensiva è sicuramente l’ennesimo merito stagionale di Luciano Spalletti, altro fattore che migliora i pensieri del tifoso interista: è riuscito a rivitalizzare carriere che oramai sembravano compromesse come quelle di Santon, Nagatomo e Ranocchia, chissà che riesca a far reagire una squadra che, da troppi anni, non riesce a farlo e si arena alla prima difficoltà.

Ultimo fattore, ma non per importanza, è il mercato; la sessione di gennaio è detta ‘’mercato di riparazione’’ e in ottica riparatoria va affrontata: un difensore centrale per scongiurare un remake di quanto successo a Firenze e un elemento tra centrocampo e attacco che dia imprevedibilità ad una manovra troppe volte banale nell’ultimo periodo.

Ausilio è stato chiaro sul fatto che si interverrà solo se c’è l’opportunità e questa, in un mercato che truffa come quello di gennaio, è una strategia positiva. Le mosse alla disperata (vedi Shaqiri-Podolski) o quelle per puro sfizio (affare Maniche nel 2008 dalla dubbia utilità) si sono sempre rivelate inutili ed i grandi affari (Pandev-Stankovic) sono incredibilmente rari. Dunque non resta altro che tenere duro e far passare questi 15 giorni, il big match del 21 a San Siro tra le due bestie ferite del momento ci darà parecchie delle risposte che attendiamo con ansia.

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