Parola chiave: qualità. Incredibilmente, in una partita difficile, tra le più difficili del campionato, dato l’avversario e da cui i nerazzurri escono indenni nonostante venissero dal periodo buio che tutti ben conosciamo, esplode la polemica interna davanti alle telecamere. Spalletti ne ha per tutti, da Cancelo a Candreva, passando per la società.
C’è, c’era, c’è stata, ci sarà qualità in questa squadra? La verità è che al momento non ha importanza, è più argomento per la solita stampa e che questa volta, purtroppo, viene autoalimentata.
La gara in sé dice delle cose che esulano dalle polemiche: abbiamo pareggiato, come all’andata, quando erano certamente tempi migliori, contro una delle squadre più forti del campionato e lo abbiamo fatto giocando una partita tatticamente quasi da incorniciare, rischiando addirittura il vantaggio, sprecando le poche occasioni avute spesso in malo modo. Potevamo fare meglio? Si. Poteva andare peggio? Certamente si. Ricordiamoci che nelle ultime gare vincere non è stato il nostro forte, cercare di non perdere il massimo dell’aspirazione. Fa rabbia tutt’al più pensare che giocando almeno a questo livello oggi potevamo essere tranquillamente più in alto in classifica.
Il rientro di Icardi è una prima nota positiva anche se poi toccherà pochissimi palloni. Al suo fianco i soliti Perisic, forse il peggiore in campo per quelle che sono le aspettative su di lui e Candreva che fa il suo dovere, ma senza incidere. Dietro l’attacco Rafinha, in crescita, ma poco incisivo anche lui, con Brozovic e Gagliardini che regalano una buona prestazione in fase difensiva e che cercano di supportare l’attacco come possono. Sulle fasce Cancelo, certamente il più funambolico e D’Ambrosio che svolge bene la fase difensiva in cui si trova relegato data la forza degli avversari. Miranda e Skriniar infine si ergono a diga quasi insormontabile: Il brasiliano non manca di “aiutare” i partenopei con un paio di svarioni, mentre lo slovacco sfiora addirittura il gol colpendo il palo nella ripresa, l’occasione più nitida in assoluto di tutta la gara, mentre nel frattempo annullava costantemente gli attaccanti avversari.
Come era prevedibile, l’inter si difende per poi ripartire, cercando di togliere spazio ai napoletani. Il primo tempo è molto tattico, giocato a ritmi molto alti. Le squadre si muovono in 30-40 metri e nessuna delle due riesce ad avere la meglio. I nerazzurri pressano, si difendono e ripartono. Gli ospiti si fermano sulla trequarti. Handanovic resterà sostanzialmente inattivo. Nella ripresa parte meglio l’inter, poi la stanchezza (?), la scarsa qualità (?), i cambi più o meno forzati, lasciano campo agli avversari. Eder non riesce a sfruttare le ripartenze, Karamoh entra troppo tardi, Borja Valero ridà equilibrio al centrocampo, ma il calo fisico della squadra è inesorabile. Dal canto suo anche il Napoli cala vistosamente e accusa scarsa lucidità. Finisce zero a zero con una prestazione che, contestualizzata nel periodo da cui l’Inter viene fuori, è semplicemente positiva, a prescindere dalla qualità che c’era o non c’è. Ora tutto sta a dare continuità evitando polemiche, ripartendo dalle cose buone che si sono viste. Se poi si ricominciasse a far gol, saremmo a cavallo…
110 anni di storia non si dimenticano e devono dare lo sprone anche ai più “assopiti” dei nerazzurri chiamati ad onorare questa storia oltre che la maglia. Amala.
Un pensiero va ad Astori, con sincero affetto e il rammarico di non poter più sperare di vederlo in nerazzurro…
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