Nella seconda giornata del Festival dello Sport, giunto alla terza edizione, che ha come tema i campioni, è stato celebrato Romelu Lukaku. Il classe 93′ ha rilasciato un’intervista esclusiva alla Gazzetta dello Sport.
Arrivato l’anno scorso dal Manchester United, Lukaku ha collezionato 54 presenze e 37 gol con la maglia dell’Inter. Un periodo nel quale l’attaccante belga, ha mostrato tutte le sue qualità dentro e fuori dal campo, ma è anche migliorato. Il merito è anche di Conte, che ha spinto fortemente per portarlo nel capoluogo lombardo. Per questo motivo il numero 9 ha colto l’occasione per parlare del suo rapporto con il mister e tracciare un bilancio del suo primo anno in nerazzurro: “Ho dato il massimo fin dal primo allenamento, ma Antonio mi ha migliorato. Per questo motivo l’Inter è stata la scelta migliore. L’anno scorso abbiamo fatto bene, ma ora vogliamo vincere”. Parole che testimoniano l’ambizione del giocatore per conquistare un trofeo che manca da nove anni nella bacheca del club lombardo.
C’è spazio anche per un pensiero sui compagni di squadra, sui tifosi e sul razzismo: “Siamo un gruppo unito, ma i più divertenti sono Sensi, Barella, Handanovic, Young e Lautaro Martinez. E’ la prima volta che ho sono stato vittima di un episodio di razzismo, ma non voglio pensare a questa cosa. Quando ho esordito ho sentito il calore della città e dei tifosi. Solo in Italia esiste questa cosa, mi stimola ancora di più a dare tutto per l’Inter. E’ molto brutto giocare in uno stadio vuoto, mi auguro che il pubblico possa rientrare il prima possibile”.
Lukaku ha parlato anche della sua famiglia: “Mio padre ci ha insegnato la disciplina, la mentalità e il rispetto per le altre persone. Mi ha ispirato a diventare calciatore, anche se avevo sei anni quando smise. A mia madre fu diagnosticato il diabete e da quel momento iniziò un periodo molto duro, in cui ho iniziato a lavorare con lei per portare a casa qualcosa da mangiare. Ho cercato di ripagarla per tutti i sacrifici che ha fatto per me e mio fratello. Gli ho dedicato la mia esultanza, senza di lei non sarei quello che sono oggi”.
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