Scrittore e quel provino con l’Inter sfumato per un maledetto infortunio. Angelo Ferracuti, 60 anni, scrittore e reporter di Fermo (Marche), svela un curioso aneddoto in un’intervista al Corriere Adriatico.
“Ero giovanissimo, ma avevo un certo talento per lo sport in generale e, soprattutto, per il calcio – racconta – me la cavavo bene col pallone e certo non mi mancava l’entusiasmo di mio padre, interista sfegatato con cui condividevo la passione per quella grande squadra. Ero vicinissimo a toccare con mano il mio sogno nerazzurro se non fosse che, durante una gara d’atletica tre giorni prima del provino con l’Inter, mi fratturai entrambi gli adduttori. Addio sogni di gloria. Fu un colpo davvero duro: sarebbero scesi da Milano Sandro Mazzola e Mario Corso a esaminarmi e invece fui costretto a rinunciare. Archiviai così ogni velleità calcistica e continuando a guardare le partite di calcio assieme a mio padre con la bandiera nerazzurra in mano. Pian piano fui costretto ad appendere le scarpette al chiodo e a virare verso altro”.
L’altro lido, l’altro approdo dei sogni giovanili di Ferracuti ha spazi più intimi del campo di calcio e la consistenza di pagine e pagine che, sommate tra loro, formano una speciale biblioteca.
“Perché quando ti si preclude una strada, te se ne apre un’altra. Durante la lunga convalescenza dovuta alla frattura agli adduttori, lessi a più non posso. Camus, i grandi classici della letteratura italiana e internazionale, le nuove leve di quegli anni 70 che vissi in prima linea nel movimento studentesco di Fermo furono i compagni di giorni e giorni che mi hanno segnato profondamente. Per quel mondo, quei testi, quelle parole fu un vero colpo di fulmine, amore infuocato e improvviso per libri e autori che viaggiano ancora con me e che custodisco nel cuore. Come gli artisti della Beat Generation, che leggevo disteso sulle panchine del Duomo quando marinavo la scuola e mi rifugiavo lassù per godermi quelle pagine”.
CHI E’
Angelo Ferracuti è considerato uno degli scrittori di riferimento della nuova letteratura italiana sul tema del lavoro, o letteratura aziendale. Ha esordito nel 1993 con la raccolta di racconti Norvegia (Transeuropa, con una nota di Giorgio van Straten). Sono seguiti i romanzi Attenti al cane (Guanda, 1999), finalista ai Premi “Mastronardi” e “Zarrilli Marimò – New York University”, Nafta (Guanda, 2000) e Un poco di buono (Rizzoli, 2002), i reportage narrativi Le risorse umane (Feltrinelli, 2006), tradotto in Spagna da Meettok, con il quale ha vinto il Premio Sandro Onofri, Viaggi da Fermo (Laterza, 2009), Il mondo in una regione, storie di migranti nelle Marche (Ediesse, 2009), Il costo della vita. Storia di una tragedia operaia (Einaudi, 2013) sul disastro della motonave Elisabetta Montanari, con un inserto fotografico di Mario Dondero, per il quale gli è stato assegnato il Premio “Lo straniero”, la raccolta di reportage I tempi che corrono (Alegre, 2013), e Andare, camminare, lavorare – L’Italia raccontata dai portalettere (Feltrinelli, 2015), Addio – il romanzo della fine del lavoro (Chiarelettere, 2016), “Gli spaesati” – con Giovanni Marrozzini – (Ediesse-Liberetà, 2018). Con il memoir La metà del cielo (Mondadori, 2019) è tornato dopo molti anni a scrivere narrativa. E inoltre il racconto “Come pesci d’acqua dolce” (Studio bibliografico Volpato, 2011). Ha curato il saggio a più voci Paesaggi italiani, percorsi della nuova narrativa italiana (Transeuropa, 1995), Donderoad (Cattedrale 2008), per Ediesse la raccolta di racconti (con Stefano Iucci) Consiglio di classe (2009), quella degli scrittori migranti Permesso di soggiorno (2010), e per Minimum fax (con Marco Filoni) Giovani Leoni (2017).
Ha pubblicato anche il libro di storie Il ragazzo tigre (Abramo, 2006), con Luigi Di Ruscio 50/80 (Transeuropa, 2010), e per il teatro Non avere paura del buio (Editoria & Spettacolo, con una nota di Marco Baliani), e Comunista! (Effigie, 2008). Intensa la collaborazione con il fotografo Mario Dondero, con il quale ha pubblicato Strade di Cartoceto (Leader arte 2006), Di Vittorio a memoria (Edit Coop, 2007), e firmato diversi reportage, soprattutto per la rivista “Diario”. Suoi racconti sono presenti in numerose antologie, tra le quali Patrie impure (Rizzoli 2003), Laboriosi oroscopi (Ediesse 2006, Sorci verdi (Alegre, 2011), Lavoro vivo (Alegre, 2012), Nessuno ci ridurrà al silenzio (Edizioni CentoAutori, 2015), Il racconto onesto – a cura di Goffredo Fofi (Contrasto, 2015).
Per il disegnatore Mauro Cicarè ha sceneggiato il fumetto L’angelo nero, uscito a puntate su “Alias” e nel libro collettivo “Gang bang” (Edizioni BD, a cura di Andrea Voglino che è anche un libro che raccoglie tutti gli episodi (Barbera, 2015)).
Collabora con il quotidiano “il manifesto”, “Venerdì” di Repubblica, “La lettura” del Corriere della Sera, “Millennium” del Fatto quotidiano, “Left”, “L’Indice dei libri”. Ha scritto il documentario “La neve nera. Un italiano all’inferno”, con la regia di Paolo Marzoni, sulla vita dello scrittore Luigi Di Ruscio e ambientato ad Oslo, in Norvegia. Con il fotografo Giovanni Marrozzini ha dato vita a Fermo all’Associazione culturale “Jack London” per la promozione della letteratura e la fotografia.
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