REAL-INTER AI RAGGI X – Blancos “in 12” con Hakimi, brillano Barella e Lautaro: che succede a Vidal?

L’Inter continua nel suo periodo negativo tra campionato e coppa, con i nerazzurri che cadono 3-2 a Madrid contro il Real e ora si ritrovano ultimi nel girone B di Champions League a soli 2 punti. La partita inizia subito con molte emozioni: il Real ha due chance con Asensio e Valverde, ma l’Inter risponde presente: al 9′ traversa di testa firmata Barella su pericolosissima azione di contropiede, pochi minuti dopo tiro troppo debole di Martinez che si infila bene tra la coppia Sergio Ramos-Varane ma non fa tremare Courtois.

I blancos, però, si portano avanti al 24′ su una follia dell’ex di giornata Hakimi: l’esterno nerazzurro (spinto da Mendy in un episodio sottolineato da Conte nel post match) sbaglia il retropassaggio e serve Benzema, che salta Handanovic in uscita e mette dentro. L’Inter accusa il colpo e al 32′ subisce il raddoppio sugli sviluppi di un corner, con lo specialista Sergio Ramos che firma il gol numero 100 con le merengues. All’improvviso, nel momento più difficile, ecco la zampata del “Toro”: palla spaziale di tacco di Barella e Lautaro fulmina Cortouis all’angolino per il 2-1 con cui si va all’intervallo. 

Pareggio, tris sfiorato e beffa brasiliana 

Inizio di ripresa con le squadre più compatte, ma l’Inter prende presto campo e il Real va in difficoltà sulle imbucate alle spalle dei difensori centrali. Proprio su una giocata di questo tipo arriva il pareggio nerazzurro al minuto 69: Lautaro di testa trova
Perisic che in diagonale batte Courtois e trova il momentaneo 2-2. Il Real sbanda, Lautaro e ancora Perisic hanno più di una chance per il tris, ma la mira è imprecisa. Conte inserisce Sanchez e Gagliardini per lo stesso Perisic e Barella (già ammonito come tutto il centrocampo nerazzurro), lasciando Eriksen in panchina per tutta la gara. Nel momento migliore dell’Inter, ecco puntale la beffa grazie ai cambi di Zidane: all’81’ il gioiellino brasiliano Vinicius brucia D’Ambrosio sulla fascia e serve Rodrygo, con l’altro ragazzino terribile neo entrato che incenerisce Handanovic e firma il definitivo 3-2.

Nel finale dentro anche Nainggolan, ma il risultato non cambia più: l’Inter fatica a verticalizzare, il Real si gioca la carta Modric e tiene palla con saggezza, reggendo senza affanno fino al triplice fischio. Nel prossimo turno “replay” a San Siro, dove l’Inter sarà quasi obbligata a battere i blancos per continuare a sperare concretamente nel passaggio del turno agli ottavi. 

Barella brilla e Lautaro graffia, male Vidal e Hakimi 

Barella si dimostra un centrocampista totale, spiccando anche tra campioni d’Europa e del mondo come Casemiro e Kroos. Il colpo di tacco per il gol di Lautaro è magia pura, la classica ciliegina in mezzo ad un altro “partitazo” di qualità e quantità. Male invece Vidal, che ancora non sembra entrato nei meccanismi nerazzurri. Non entusiasma nemmeno Brozovic, mentre gli ultimi 20’ aumentano gli interrogativi su Eriksen: nessuno ha avuto la personalità di cercare la verticalizzazione nel momento più difficile e le caratteristiche del danese potevano aiutare. Conte gli preferisce prima Gagliardini e poi Nainggolan, mosse che fanno capire quanto oggi l’ex Tottenham sia presente nei pensieri dell’allenatore.

Peggiore in campo Hakimi, che sente la pressione del ritorno nella “sua” Madrid e sbaglia l’impossibile: dal retropassaggio che costa il gol di Benzema alle giocate in zona offensiva. Bene Perisic, bravo a trovare il secondo gol consecutivo in pochi giorni e a sacrificarsi in un ruolo non suo. Lautaro torna a graffiare e non solo per la rete della speranza nel primo tempo: il 10 nerazzurro serve anche l’assist per il timbro di Perisic e si fa rispettare per tutto l’incontro tra le maglie della difesa del Real. Troppo passivo Young, mentre dietro si continua a fare acqua e anche il terzetto D’Ambrosio-De Vrij-Bastoni si rende protagonista di una serata negativa. Lukaku e Skriniar sono assenze pesanti, ma con gli alibi non si fanno punti e l’Inter oggi ha bisogno di quelli per evitare un altro fallimento europeo.

 

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