Quella contro il Real Madrid è stata la presenza numero 50 con la maglia nerazzurra. Un traguardo tagliato con una prestazione eccellente bagnata da un meraviglioso assist di tacco per Lautaro Martinez.
Nicolò Barella, nelle 50 apparizioni con l’Inter dal 2019, ha collezionato 4 gol e 12 assist. Le presenze del numero 23 nerazzurro sono così suddivise: 33 in Serie A, 7 in Champions League, 6 in Europa League, 4 in Coppa Italia.
“La gara di Madrid ha certificato lo status di stella di Nicolò Barella – scrive la Gazzetta dello Sport – non che ce ne fosse ancora bisogno, sia chiaro. Però prendere per mano l’Inter sotto 2-0 contro il Real e trascinarla con spirito, volontà e qualità alla rimonta a soli 23 anni è sintomo di una maturità calcistica spiccata e di una leadership fuori dal comune, tanto da costringere il giocatore simbolo della squadra all’endorsement pubblico. Senza Barella è un’Inter senza anima.
Una sola vittoria da ottobre ad oggi, a Genova, maturata dopo l’ingresso in campo di Nicolò nella ripresa. Perché per un’ora l’Inter aveva trotterellato, poi con Barella in campo ha cominciato a galoppare, a prendere d’assalto l’area di rigore avversaria, a mordere le caviglie degli avversari in ogni zolla del campo. Si chiama esempio e in pochi sono capaci di darlo come Barella, già orgoglio della sua Sardegna. E oggi alla volontà e al dinamismo ha cominciato ad abbinare giocate da fuoriclasse, come il tacco fenomenale al volo con cui ha spalancato a Lautaro la strada del gol. Un tocco geniale, sotto gli occhi di chi col suo talento e la sua genialità ha segnato un’epoca del calcio come Zinedine Zidane. Contro il Real Nicolò ha dimostrato di essere ormai un centrocampista totale, capace di fare la differenza nelle due fasi di gioco. Un giocatore completo all’altezza delle giovani grandi star d’Europa come De Jong o Valverde, Goretzka o Rodri. L’Europa è il suo terreno naturale e la Spagna sembra nel suo destino, ma non per questioni di mercato. La scorsa stagione il calcio internazionale si innamorò di Barella nella trasferta a Barcellona, dove per oltre un’ora fece impazzire Busquets, De Jong e Arthur, ammutolendo il Camp Nou con recuperi, strappi e ripartenze a mille all’ora. Un anno dopo, Madrid gli ha dato il certificato di nuovo galattico”.