Il 9 novembre 1997, in seguito ad un arresto cardiaco, ci lasciava Helenio Herrera.
Sotto la sua guida, fra il 1960 e il 1968, e con un gruppo di uomini del valore di Picchi, Facchetti, Mazzola, Corso, Sarez, Jair, l’Inter vinse tutto.
Herrera divenne il “Mago H.H.”, quasi un marchio di garanzia, e l’Inter diventò la Grande Inter.
Fu ingaggiato da Angelo Moratti nel 1960 che se ne innamorò dopo le due sconfitte in Coppa delle Fiere ricevute dal Barcellona guidato proprio dal tecnico argentino.
In quegli anni arrivarono a Milano 3 scudetti, due Coppe dei Campioni (63-63; 64-65) e 2 Coppe Intercontinentali (1964 e 1965). Clamorose anche le sconfitte: quella nello spareggio per lo scudetto a Roma col Bologna (0-2) e quella di Mantova, nella primavera del ‘67, che costò all’ultima giornata un campionato quasi vinto, già battuti una settimana prima in finale di Coppa dei Campioni dal Celtic.
Tante le ragioni per le quali il “Mago” è divenuto famoso, oltre le vittorie (e un dualismo con il diversissimo Nereo Rocco) anche per i suoi motti quasi surreali: “Taca la bala!”, “Classe + Preparazione atletica + Intelligenza = Scudetto”, “Difesa: non più di trenta goals! Attacco: più di 100 goals!”, “Chi non dà tutto non dà niente”.
Il “Mago” ancora ad oggi è l’allenatore che ha vinto più titoli con l’Inter, oltre a vantare il maggior numero di stagioni alla guida della squadra (9).
Riposa nel settore evangelico del cimitero monumentale di San Michele a Venezia, città nella quale ha vissuto gli ultimi anni di vita.
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