Tante cose si sono dette da inizio anno circa i troppi gol subiti. Una volta il modulo troppo offensivo, l’altra l’assenza di pubblico che fa calare la concentrazione. L’impressione, però, è che a questa Inter manchino gli occhi della tigre. Quel mordente che ti fa entrare in campo per sbranare l’avversario. Sembra che spesso debba prendere il primo ceffone per accorgersi che gli avversari fanno sul serio.
Da inizio anno, tra campionato e Champions (ovvero 11 partite), gli uomini di Antonio Conte si sono trovati a dover rincorrere in ben 5 occasioni, 6 se si conta conta che il Borussia Monchengladbach, dopo l’iniziale vantaggio di Lukaku, è riuscito a ribaltare il risultato, prima che Big Rom trovasse il pareggio al 90′.
L’inizio di tutto è stato all’esordio in campionato contro la Fiorentina, con una partita rocambolesca che ha visto i Viola prima passare in vantaggio con Kouamé, poi in svantaggio per 2-1 e poi ancora avanti con Castrovilli e Chiesa, con Lukaku e D’Ambrosio a completare il tabellino per il 4-3 finale. Alla quarta giornata, il Milan si assicura il derby in un quarto d’ora, alla sesta il Parma si illude per un’ora con una doppietta di Gervinho, prima di subire la rimonta croata della premiata ditta Brozovic-Perisic.
Qualche giorno più tardi, contro il Real Madrid non va meglio. Il doppio vantaggio madrileno viene rimontato da Lautaro e ancora una volta Perisic, ma Rodrygo vanifica il forcing interista. E oggi, contro un Torino privo di quattro giocatori per Covid a cui si è aggiunto Belotti per infortunio, si è dovuti andare in svantaggio di addirittura due reti prima di ammirare una squadra vogliosa di uscire da un periodo difficile.
A questa squadra, più che un allenatore, serve un motivatore. Cosa che il tecnico pugliese, evidentemente, non è in grado di essere in questo momento. Per sua fortuna la rosa è talmente profonda che a qualche maniera riesce quasi sempre a rimettersi in carreggiata, ma non è sempre domenica i punti persi nessuno te li restituisce più.