Giampiero Galeazzi dal salotto di casa si lascia andare volentieri al ricordo di Maradona e alle serate di Champions. Il popolare “Bisteccone” è sempre un osservatorio privilegiato sul calcio che ha raccontato in stagioni epiche. Il giornalista per IotifoInter.it parla dei nerazzurri e del Pibe de Oro.
Perché l’Inter ha fallito a San Siro contro il Real Madrid dimezzato?
“Perché non è una grande squadra. Lo penso da prima, è molto pompata da certa stampa che vive di grandi ricordi”.
La qualificazione in Champions è ormai impossibile?
“Non è detto visto che qualche combinazione sembra possibile, però a questo punto passare agli ottavi è diventato molto complicato. Temo che la sconfitta col Real sia il colpo di grazia”.
Quanto sta deludendo Conte in questa seconda stagione nerazzurra?
“Lo vedo trasformato, non è più lui. Lo trovo fin troppo normale e mansueto dopo lo scontro in estate. Lui ha reagito nella maniera più fanciullesca tirando dritto normalizzando tutto. Ma lui non è un allenatore della normalità ma uno che carica tutto l’ambiente. La società sta tenendo un comportamento quasi distaccato, come se volesse un tono internazionale”.
Come spiega l’involuzione?
“Si vuole che l’Inter, così come il Milan, debba sempre vincere per tradizione e censo. Adesso invece ha giocatori normali, più di quantità che di qualità. Manca il fuoriclasse e lo spirito giusto per le grosse imprese”.
Vidal espulso in quel modo è un altro brutto segnale?
“Rappresenta la mentalità e l’atmosfera che c’è attorno alla squadra. Affiora il nervosismo generale che si ripercuote nei giocatori. Certi giocatori non sono all’altezza del passato. Vidal lo si vede muovere in modo confuso e non produttivo. Siamo lontani da quel che conoscevamo”.
Come può uscirne l’Inter?
“Per lo scudetto può competere, anche perché non vedo grosse squadre. La Juve resta la favorita, però l’Inter e il Milan incalzano maggiormente”.
Lei e Maradona: ha mai pensato che il suo blitz negli spogliatoi del Napoli fresco di scudetto è nella storia come le prodezze di Maradona?
“La mia prodezza è stata lasciare il microfono a Diego per fargli intervistare i compagni. Aveva la chiave Carmando degli spogliatoi e ho potuto tirar fuori questa intuizione. Invece di fare domande, che sarebbero state le solite, ho usato Maradona come one man show”.
Cosa le resterà di Maradona?
“La sua grande capacità di spettacolarizzare tutto. E’ stato un uomo di spettacolo sia nello sport che nella vita. Tutto il suo comportamento è stato uno show con la generosità e la vivacità fisica e mentale. Era sempre molto acceso quando parlava, mai distratto né banale. Mi resta l’immagine di un ragazzo numero uno e capopopolo sempre a disposizione”.
Cosa le piacerebbe che si dicesse soprattutto di Maradona?
“Che i suoi peccati sono una piccola cosa rispetto alla grandezza di campione e sportivo”.
Lascia un commento