“L’Inter l’ha rovinata Trapattoni. Che nell’estate dell’86, ancora giovane (47 anni) e con la referenza di 6 scudetti vinti in 10 anni da allenatore della Juventus,
stupì il colto e l’inclita firmando un contratto che lo legava alla rivale storica di Madama, l’Inter dell’allora presidente Ernesto Pellegrini.
Ed è vero, per l’Inter del tempo l’ingaggio del Trap si rivelò una fortuna se è vero che in 5 stagioni arrivarono il sensazionale scudetto dei record (’8 8 -’89), una Coppa Uefa (’9 0 -’91) e una Supercoppa italiana (’89);
ma per l’Inter degli anni a venire, quella di Moratti prima e di Zhang poi, l’illusione dell’allenatore juventino portato a San Siro per fare grande l’Inter, da Lippi a Conte passando per Tardelli, si rivelerà una vera e propria chimera: un sogno irrealizzabile.
E ogni volta si risolverà in uno smacco e in una disillusione cento volte superiori ai flop di allenatori giunti a Milano senza il pedigree della Real Casa.
Nell ’estate del ’99 Massimo Moratti porta Marcello Lippi sulla panchina dell’Inter. L’emozione è grande perché Marcello è reduce da un quinquennio alla Juve di Moggi & Giraudo in cui ha vinto 3 scudetti e la Champions ’96. Moratti gli consegna una super squadra con Roby Baggio e Bobo Vieri, Peruzzi e Zanetti, Zamorano e Recoba; ma sarà un disastro.
L’Inter si piazza 4ª a -14 dalla Lazio campione e per andare in Champions deve sfidare ai preliminari gli svedesi dell’Helsingborg: autentici carneadi che all’andata, però, sorprendendo tutti vincono 1-0. Il 23 agosto 2000, a San Siro, succede l’inenarrabile: una traversa di Seedorf, poi un palo di Robbie Keane e al 90’, sullo 0-0, ecco il rigore che può almeno mandare l’Inter ai supplementari.
Un rigore che Recoba sbaglia. L’Inter esce così dalla Champions senza nemmeno esservi entrata; e di lì a poco, dopo un tragicomico debutto in campionato in Reggina-Inter 2-1, Lippi si presenta in sala-stampa e dichiara: “Io fossi il presidente manderei via subito l’allenatore, prenderei i giocatori e li appenderei al muro e gli darei dei calci nel culo a tutti”. Detto e fatta.
Lippi silurato per la gioia dei giocatori (“Da me voleva che gli facessi da spia nello spogliatoio ”, rivelerà Baggio) e incubo
che tuttavia non finisce.
Non finisce perché Moratti s’incaponisce a volere, nonostante tutto, uno juventino in panchina.
E assume Marco Tardelli, già c.t. dell’under 21 azzurra. Con l’Inter che cade dalla padella alla brace. Solo per dirne due, l’Inter esce dalla Coppa Italia perdendo 6-1 a Parma (autogol Serena, Micoud, Montano, Amoroso, Appiah, Sartor) e l’11
maggio, nel derby, prende 6 gol (a zero) davanti ai suoi tifosi (doppietta Comandini, Giunti, doppietta Shevchenko, Serginho).
“Il peggior allenatore che abbia mai incontrato”, dirà di lui il capitano Javier Zanetti cui Tardelli chiese, appena arrivato, di “non portare troppo palla: non mi piace come giochi”. Come dire a Riva di non giocare col sinistro.
Vent ’anni dopo la storia si ripete. Gli Zhang decidono di portare all’Inter non solo l’ex d.g. juventino Marotta, ma anche l’allenatore dei primi 3 scudetti consecutivi (2012/’13/’14) del ciclo bianconero tuttora in corso.
E quel che sta succedendo all’Inter
è cronaca di questi giorni. Si va a tutta velocità verso il baratro, e tutto per questo inferiority complex nei confronti della Vecchia Signora. E dire che ci sarebbe un Cambiasso in sala d’aspetto. Verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere”.
FONTE: IL FATTO QUOTIDIANO