“Se Lukaku è la palla di demolizione, Conte è l’architetto: ha costruito un’idea, l’ha difesa nei momenti duri quando le inevitabili critiche piovevano. E in due partite ha cambiato la storia dell’intera stagione: la qualificazione è sempre assai difficile, ma da domani tutto assumerà comunque un colore diverso”.
Questa l’analisi del dopo Borussia – Inter della Gazzetta dello Sport:
“L’Europa ha visto una potenziale grande squadra. In campionato Conte ha domato il Sassuolo e ieri, con arguzia e mosse coraggiose, ha messo all’angolo una delle più insidiose squadre del continente.
La rete di Darmian è arrivata su assist di Gagliardini e in quella insolita connection c’è la firma dell’allenatore: l’esterno messo a sorpresa al posto del costosissimo Hakimi e il fedelissimo di Antonio da troppi criticato. Tra l’altro, da novembre 2008 un italiano dell’Inter non segnava su assist di un connazionale in Champions. Così alla fine il tecnico ha dato la sua sentenza:
«Se non sei una squadra da tutti i punti di vista, tattico e caratteriale, qui non vinci soprattutto ora. Invece, noi abbiamo strameritato anche se potevamo evitare sofferenze inutili. Siamo vivi e questa è la cosa più importante. Quando abbiamo questa voglia, gli altri vanno in difficoltà. E con responsabilità da parte di tutti, possiamo crescere». Se dopo il naufragio contro il Madrid era lecito pensare che, in quel particolare momento, la guida di Conte non fosse più saldissima sul volante, stavolta è sacrosanto notare lo spirito magnifico forgiato nella difficoltà dal tecnico: tutta la truppa, il gigante Lukaku in primis, si è saldata
attorno al condottiero in panchina”.
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