Anche quest’anno ci troviamo a dover commentare un’uscita dalla fase a gironi della Champions League. Come al solito, nelle gare decisive, vengono fuori i limiti dell’Inter. La mancanza di qualità in campo europeo non potrà mai portare lontano. Bravo lo Shakhtar Donetsk a controllare l’incontro, guadagnandosi l’accesso all’Europa League. Gli uomini di Castro nel possesso palla hanno dimostrato tutte le loro qualità nel loro palleggio. Ai nerazzurri non basta la volontà. Ecco chi abbiamo scelto per la Top e Flop della serata.
Milan Skriniar – E’ tornato il giocatore che conoscevamo. Impeccabile in fase difensiva e propositivo in appoggio. Il migliore in assoluto della difesa. Non molla mai fino all’ultimo minuto e, pur non avendo di fronte attaccanti ruolo, si disimpegna sempre con efficacia.
Nicolò Barella – Solita prestazione tutto cuore e determinazione. Un voto in più anche per aver giocato in condizioni fisiche non ottimali, ma sinceramente per 60-70 minuto è stato il solito trascinatore e solo nel finale è calato un pochino.
Achraf Hakimi – Pur trovando chiusure puntuali dalla sua parte, è riuscito diverse volte a rendersi pericoloso portando palla in avanti. Alcune sue accelerazioni hanno creato scompiglio nell’organizzata difesa ospite, che comunque lo ha schermato abbastanza bene impedendogli di sfoderare i suoi colpi migliori.
Ashley Young – E’ da diverse gare che non offre il suo consueto contributo e anche stasera si è fatto notare più per qualche errore, che per qualche bella iniziativa. Vista la sua condizione era abbastanza prevedibile una prova del genere e sarebbe stato il caso di sostituirlo molto prima.
Roberto Gagliardini – Non demerita in maniera particolare, ma nella ragnatela ben costruita dalla squadra avversaria non riesce a divincolarsi. Limita al minimo le sue proiezioni offensive e non riesce mai ad essere decisivo per la squadra.
Ivan Perisic – Entra nel momento in cui ci sarebbe il bisogno di spaccare la partita ed invece, con il suo passo felpato, impiega dieci minuti per mettersi in moto, sbagliando tutti i primi palloni che tocca. Anche a livello di cross, non riesce mai ad impensierire la difesa ucraina. Le sue famose accelerazioni sono ormai un ricordo.
Il possesso palla, il trotterellare in mezzo al campo a bassa velocità e la quasi totale mancanza di qualità, fino all’ingresso di Sanchez ed Eriksen, questa volta ci fanno sprofondare nel baratro. Inutile dire che ai punti abbiamo meritato. Abbiamo fatto una fatica enorme a costruire delle azioni e sempre ad un ritmo che, in campo europeo, non porta da nessuna parte. Che poi il portiere ospite abbia fatto due o tre belle parate, fa parte del gioco, Trubin non fa altro che il suo dovere. Il punto è che, per il terzo anno di fila, ce ne torniamo a casa senza riuscire a vincere l’ultima gara in casa. Stavolta siamo fuori anche dall’Europa League.