Leo Turrini, giornalista e scrittore di fede nerazzurra, scrive dell’eliminazione dell’Inter sulle pagine de Il Resto del Carlino:
“Questa mancava, nel repertorio di noi interisti. Una settimana intera a sacramentare sulla inevitabile apertura della premiata pasticceria di Madrid. E poi che succede? Succede che il Real non fabbrica biscotti e batte i tedeschi del Borussia. Ma nel forno chi ci finisce? La Beneamata. Non c’è dubbio che questa estromissione repentina dalla Champions sia imbarazzante. Per tante ragioni. Per spessore tecnica e per qualità degli investimenti, l’Inter il turno lo doveva passare. Persino a prescindere dalla consistenza dei rivali. Adesso, fatalmente, riaffioreranno le ataviche perplessità sui limiti di Antonio Conte in versione “estera”. È un po’ un discorso da Bar dello Sport, visto che parliamo di un allenatore che tre mesi fa ha portato il gruppo alla finale di Europa League, senza dimenticare il bilancio positivo al timone della Nazionale. Ma i numeri sono numeri e ci sono fatti che prevalgono sulle opinioni. Questa è una eliminazione che brucia, al netto di ricadute economiche negative non indifferenti. È anche vero, lo dico per consolarmi, che alla fine della fiera la Champions vale soltanto per chi la vince. E all’Inter resta pur sempre la suggestione di uno scudetto da rincorrere. Ma la squadra vista a San Siro contro gli ucraini non va da nessuna parte. Sospettavamo ci fosse una pasticceria a Madrid. Invece la frittata l’hanno preparata a Milano”.