Chiariamo subito una cosa: Romelu Lukaku non si tocca! Lui è l’Inter e dimostra di avere il cuore nerazzurro. Stop. E prendiamo le distanze da gente come Antonio Cassano e Paolo Di Canio con il primo che ha detto di Big Rom che ha piedi come ‘due merluzzi’ e il secondo che l’ha battezzato ‘panterone moscione’.
Però c’è un dubbio, conclamato dai fatti: Lukaku stecca sempre i grandi appuntamenti con la storia.
Nella finale maledetta di Europa League quella deviazione che ha beffato Handanovic portando via la Coppa, l’altra sera la pallonata in testa su tiro di Sanchez che poteva finire in rete. La domanda è questa: quanto ha vinto Lukaku in carriera? Risposta: un campionato belga e una Coppa d’Inghilterra. Eppure ha giocato in top club come Anderlecht, Chelsea, Manchester United e (ora) Inter.
Un po’ di storia. Romelu contro una big come la Juve nel campionato scorso ha giocato due partite (perse entrambe) quasi per intero, ma non ha inciso. In Coppa Italia, nella doppia sfida contro il Napoli che valeva l’accesso alla finale, stesso copione: due partite giocate per 90′ senza colore. E siamo a mercoledì scorso: prestazione insufficiente nella partita decisiva contro lo Shakhtar. E’ soprattutto in Champions che l’apporto di Lukaku non si vede: l’anno scorso ha fallito le gare con Dortmund e Barcellona (decisivo solo con lo Slavia Praga). Altra storia invece in Europa League, qui Romelu s’è visto e sentito. Nella cavalcata dello scorso anno è andato a segno in tutti e sei gli incontri europei, per poi toppare con quell’autogol nella finale contro il Siviglia.
La storia, anche negativa, è fatta per essere cambiata. E dovrà cambiare.
Detto questo, Big Rom non si tocca!
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