Due giorni fa avrebbe compiuto 99 anni, oggi ne sono esattamente 19 che non è più tra noi, sulla Terra. Ma da lassù, sopra qualche nuvoletta, sbircia sempre le vicende nerazzurre della sua (nostra) amata Inter.
Giuseppe Prisco, per tutti Peppino, ci manca un mondo anche se le sue frasi, la sua ironia e la sua intelligenza ci fanno compagnia anche oggi. E’ come se anche in questi 19 anni ci avesse accompagnato con la sua passione e la sua innata capacità di strappare un sorriso a tutti, interisti e avversari.
Dirigente unico e uomo straordinario, avvocato e vicepresidente dell’Inter dal 1963 al 2001. Se ne andò due giorni dopo aver compiuto 80 anni e solo dopo aver visto tornare al gol Ronaldo, nella partita contro il Brescia del dicembre 2001.
“Di Ronaldo ho una foto sulla scrivania, accanto a quella di Meazza. Prima c’era in mezzo quella dei miei genitori, ma l’ho tolta, sperando che capissero…”.
Per tutti rimane un simbolo eterno di interismo, per l’amore e per la dedizione, le qualità e i valori messi a servizio dell’Inter.
Prisco ha segnato quasi mezzo secolo di storia del club, ha intrecciato la sua vita a quella degli Alpini e ha lasciato il segno nella sua professione. Principe del Foro (memorabile il suo capolavoro nella ‘partita della lattina’ nel ’71 a Moenchengladbach) ma soprattutto interista. Da dirigente ha contribuito alla vittoria di 6 scudetti, 2 Coppe dei Campioni, 2 Coppe Intercontinentali, 3 Coppe Uefa, 2 Coppe Italia e una Supercoppa Italiana.
Così raccontava come nacque il suo amore per l’Inter: “Abitavamo ancora in corso Buenos Aires, al numero civico 66, dove sono nato. La domenica sera venivano a trovarci gli zii. Era la primavera del 1930, arrivarono con un pacchetto di dolci Alemagna. Mio padre quasi si offese: «Ma come, siete nostri ospiti e portate voi i dolci…». Loro spiegarono: «Eh no, bisogna festeggiare l’Inter che ha sconfitto il Milan nel derby. Noi in queste occasioni facciamo sempre festa». Ufficialmente era l’Ambrosiana, ma loro la chiamavano Inter. Per la prima volta sentivo parlare di Inter e Milan”.
La sua prima partita – all’Arena Civica – fu un Inter-Napoli 6-1.
Peppino l’Inter la sognava anche: “Prima di addormentarmi, certe volte penso di essere centravanti dell’Inter che fa due o tre gol alla squadra che dovremo affrontare”.
Il 12 dicembre del 2001 il cuore lo tradì. Per sempre.
Al funerale, il presidente Massimo Moratti dirà: “Prisco è morto di gioia”. Viva Peppino!
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