“In Inghilterra se dici ‘Fuck off’ gli arbitri non ti fanno niente“.
Parole in libertà di Rino Gattuso dopo il ko del suo Napoli a San Siro.
Tradotto: non si può espellere un giocatore perchè manda a cagare l’arbitro.
“Ora – scrive Giovanni Capuano su Panorama.it – a parte che è tutto da dimostrare che in Premier League esista l’insulto libero all’arbitro mentre da noi no, la tesi di Gattuso sdogana un non detto che da sempre accompagna la gura di chi scende in campo col schietto in bocca e ora con l’ausilio della tecnologia. E cioè che si tratti di persone che debbano far spesso leva sull’autoritarismo per veder rispettata la propria gura, mentre
dovrebbe servire l’autorevolezza che deriva dal proprio carattere.
In fondo non si scopre nulla di sorprendente. Il rapporto tra calciatori e arbitri non è alla pari e non è buono, al di là delle ipocrisie che accompagnano le dichiarazioni ufficiali. I primi non si fidano dei secondi che, a loro volta, vivono la loro professione troppe volte arroccati in un fortino che impedisce, ad esempio, di discutere serenamente anche gli errori. Un cortocircuito molto latino, italiano soprattutto, dal quale non si riesce ad uscire. Può darsi che gli arbitri abbiano soglie di tolleranza basse, è certo che altrove vengano trattati in maniera molto più rispettosa rispetto a quanto accade sui nostri campi, da quelli di provincia agli stadi della Serie A. La controprova si ottiene mettendosi in poltrona osservando un qualsiasi mercoledì di Champions League. Dove errori e polemiche non mancano, ma è raro vedere l’assalto alla diligenza che caratterizza le cose di casa nostra. Ora anche con libertà di insulto, come sogna Gattuso e con lui tutti quelli che non
hanno il coraggio di dirlo apertamente”.
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