Compie 80 anni Ilario Castagner, allenatore entrato nella storia del calcio italiano.
Nato a Vittorio Veneto il 18 dicembre 1940, Castagner da calciatore ha indossato, da attaccante, le maglie di Reggiana, Legnano, Perugia, Prato e Rimini. Si è quindi dedicato, a seguito di un infortunio, all’attività di allenatore dal 1969, partendo come vice di Corrado Viciani (che aveva avuto al Prato). Quindi le giovanili dell’Atalanta, dove (crescendo e trasformando Gaetano Scirea da ala destra a libero) rimase cinque anni. Si impose all’attenzione generale nei suoi sei anni al Perugia, quindi Lazio, Milan, da cui nel 1984 passò all’Inter. In seguito Ascoli, Pescara, Pisa e di nuovo Perugia nell’era Gaucci. Poi, anni da commentatore televisivo. Oggi, cinque anni dopo l’intervento al cuore, si gode la terza età nella sua casa sulla collina di Lacugnano a Perugia, continuando a seguire il calcio da appassionato. “Mi considero un privilegiato perché nella vita ho avuto ciò che desideravo e ho fatto il mestiere che sognavo. Prima il calciatore e poi l’allenatore – racconta al Corriere dell’Umbria – Oggi mi riposo e sono felice, perché qui a pochi passi da me abitano i miei figli, con le loro famiglie. E questa è la cosa più bella, perché siamo molto uniti e ci vogliamo bene. Io li ho tutti qui, con i miei nipoti e con Liliana, mia moglie che è stata la mia guida e anche la fortuna di una vita intera”.
Gli anni all’Inter
Nel ripercorrere questi 80 anni, i ricordi calcistici di Castagner vanno a tutte le sue esperienze. “Lasciai il Milan per la mancanza di sintonia con il presidente Farina. Non volle riscattare Serena come chiedevo e preferì prendere al suo posto l’inglese Luther Blisset, che non riuscì ad ambientarsi”.
Poi all’Inter, dove lo volle il presidente Pellegrini, che gli regalò dal Bayern Monaco l’ex pallone d’oro, Karl-Heinz Rummenigge, “Uno dei più grandi giocatori che ho allenato. Grande tecnica ed affidabilità sotto ogni punto di vista”.
“All’Inter ero quasi in cima, ma non ho scollinato – le sue parole alla Gazzetta dello Sport – in Uefa siamo usciti col Real dopo aver vinto in casa 2-0: se, dopo essersi preso una biglia in testa, Bergomi fosse uscito in barella e non sulle sue gambe forse avremmo vinto il ricorso. Ma io sono arrabbiato con Bagni: lo avevo lanciato io a Perugia e andò via quando arrivai all’Inter per un disguido con Pellegrini. Colpa mia non averlo preso di peso per far pace: con lui avremmo vinto.
Antonio Conte? E’ diverso da me, molto più sanguigno, ma l’Inter non può avere un tecnico migliore. E neanche un attaccante superiore a Lukaku“.
Le emozioni più grandi di Castagner sono riservate al suo Perugia dei record. Riuscì a disputare un intero campionato di Serie A, a girone unico, senza sconfitte. Non era mai accaduto prima nel calcio italiano, ma non fu sufficiente per vincere lo scudetto.
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