Rumenigge: “Calciatori svalutati del 50% ma non è detto che sia un male”

Karl-Heinz Rummenigge, vecchio cuore nerazzurro, ed attuale Amministratore Delegato del Bayern Monaco ha rilasciato un’intervista molto interessante al quotidiano La Repubblica.

L’ex bomber tedesco ha analizzato la situazione attuale del calcio segnato da un pandemia che sta allungando i suoi effetti. “Gli stadi vuoti sono il grande problema, che ha ripercussioni sul piano economico, naturalmente, ma impatta anche e soprattutto sulla nostra cultura. A forza di giocare senza spettatori, in un ambiente morto e senza emozione sulle tribune, il timore è che ci vorrà del tempo per ritrovare l’atmosfera di prima della crisi”.

Ma anche dal punto di vista finanziario l’attuale congiuntura non è certamente rosea per le società. “La situazione è difficilissima per tutti. Il mercato negli ultimi mesi è calato almeno del 50%. Nel 2019 il Bayern spese 80 milioni per Hernandez, oggi probabilmente sarebbero la metà. Ma non tutto il male viene per nuocere – continua Rumeniggequesta – visto che prima della crisi, il calcio aveva perduto la ragione. C’è stata un’inflazione galoppante seguita agli acquisti di Neymar e di Mbappé da parte del Psg. È un bene che sia finita. Serve un taglio dei salari e mi pare si stia andando verso questa eventualità.
In merito alla sempre maggiore importanza dei diritti televisivi, Rumenigge ha le idee molto chiare. “Non temo la bolla dei diritti tv, anzi. Le cifre per le società probabilmente saranno più alte, grazie all’arrivo di operatori come Apple, Netflix, Amazon“.

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